Furto di smartphone, scoperta banda di romeni nel Viterbese

Operazione Tutorial: deferiti 3 romeni che su Youtube pubblicavano istruzioni su come “crackare” un telefono protetto

Coordinata dalla Procura della Repubblica di Viterbo e condotta dal Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche  (C.N.A.I.P.I.C.) con il prezioso contributo della Sezione Polizia Postale e delle Comunicazioni di Viterbo, si è brillantemente conclusa l’operazione “Tutorial”, il cui epilogo ha consentito di deferire in stato di libertà tre cittadini di nazionalità romena per furto e ricettazione di smartphone. Gli indagati sono stati individuati grazie al continuo e costante monitoraggio della rete. In particolare, il numero di telefono associato ad un iPhone provento di furto compariva in un tutorial in lingua romena pubblicato sul noto portale Youtube con il quale venivano date istruzioni su come "crackare" un telefono protetto. Nel corso delle perquisizioni effettuate  nel Viterbese sono stati sequestrati diversi computer e telefonini, tra cui anche quello oggetto del video,  sui quali sono in corso accertamenti tecnici tesi a verificarne l’eventuale provenienza illecita.

Spesso, anche attraverso sofisticate indagini è difficile rintracciare un telefonino rubato: anche i modelli di ultima generazione che hanno in dotazione sistemi di geolocalizzazione non sono rintracciabili se spenti e successivamente "crackati" in "ambienti protetti", nei quali è garantita la mancanza di campo e di rete internet per impedire quindi l’invio di segnali da parte del telefono rubato che potrebbero facilitarne il rintraccio sul territorio. Di questo è stato informato anche il giovane dj della provincia viterbese quando a conclusione di una serata per la festa di compleanno di un diciottenne, dopo essersi accorto che qualcuno aveva preso il suo nuovo iPhone utilizzato alla console per mixare la musica, si è recato presso la Polizia Postale per sporgere denuncia.

Gli autori del furto, rivelatisi esperti tecnici del settore, non avevano però tenuto conto dell’attività continua di monitoraggio delle rete effettuata dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, in particolare per la prevenzione ed il contrasto di più gravi fenomeni criminali quali, ad esempio, la pedopornografia on-line o la protezione delle infrastrutture critiche informatizzate.

Il Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (C.N.A.I.P.I.C.) interviene,  quindi, in favore della sicurezza di una gamma di infrastrutture connotate da un criticità intersettoriale (in virtù dei sempre più stretti vincoli di interconnessione ed interdipendenza tra i differenti settori infrastrutturali) e su una tipologia di minaccia che può avere tanto un’origine extraterritoriale quanto una proiezione ad "effetto domino" e transazionale  delle sue conseguenze.

Il modello operativo si fonda, inoltre, sul principio delle partnership "pubblico-privato": il CNAIPIC, infatti, assume (mediante una Sala operativa disponibile h 24 e 7 giorni su 7) una collocazione centrale all’interno  di un network di realtà infrastrutturali critiche (istituzionali ed aziendali) ed opera in stretto collegamento con organismi di varia natura (nazionali ed esteri), impegnati tanto nello specifico settore quanto sul tema della sicurezza informatica, con i quali intrattiene costanti rapporti di interscambio informativo e provvede (attraverso Unità di intelligence e di analisi) alla raccolta ed all’elaborazione dei dati utili  ai fini di prevenzione e contrasto della minaccia. 

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