Politica

G20. Draghi, accordo Clima: “È stato un successo, ma non è stato facile”

Il G20 è stato un successo, ma non è stato facile raggiungere questo accordo“. Queste sono le affermazioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi durante la conferenza stampa finale del G20.

Tra le varie tematiche affrontate oltre al Covid e alla Salute, sono state centrali anche le questioni relative al clima e alle disuguaglianze. “Sfide epocali e esistenziali” che con la conclusione del summit tutti i Capi di Stato e di Governo membri si sono impegnati a fronteggiare.

Per quanto riguarda la questione climatica, i Paesi del G20 si “sono impegnati a mantenere l’obiettivo di contenere il riscaldamento in 1,5 gradi con una serie di azioni. Per la prima volta tutti i Paesi del G20 riconoscono la validità scientifica della necessità di mantenere il riscaldamento in 1,5 gradi e si impegnano con un linguaggio abbastanza significativo a raggiungere o comunque non perdere di vista questo obiettivo”. 

Un impegno davvero importante per il nostro pianeta e come afferma Boris Johnsonse fallisce, fallisce il pianeta”. Anche Cina e India appoggiano questo traguardo. Questo sicuramente è da considerarsi un grande successo dato che possono entrambi i Paesi possono considerarsi tra i meno ecosostenibili.

Alcune perplessità restano però per l’effettivo impegno dei Paesi, poiché non è stata definita una scadenza precisa e non si fa alcuna menzione nel testo al 2050 ma, come si legge nell’accordo, gli Stati si impegnano a raggiungere l’emissione zero “a metà del secolo o intorno alla metà del secolo”.

Secondo le dichiarazioni, saranno ben accolti “diversi approcci, tra cui la Circolare Carbon Economy, sviluppi socioeconomici, economici, tecnologici e di mercato e la promozione delle soluzioni più efficienti“.

Anche i Pnrr vengono menzionati nella lotta al cambiamento climatico. Infatti, come si menziona nella bozza finale “porteremo avanti i piani di ripresa e resilienza nazionali che portano con sé, in base alle circostanze nazionali, una condivisione ambiziosa delle risorse finanziarie per azioni di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico e per evitare di danneggiare il clima e l’ambiente“.

Tuttavia, come afferma Draghi “i passi approvati fin qui sono insufficienti, ma “le decisioni che prendiamo oggi avranno un impatto diretto sul successo del vertice sul clima di Glasgow“.

Aver raggiunto un accordo che possa già far impegnare i governi al “passaggio all’energia pulita” è stato fondamentale per “ottenere le necessarie riduzioni delle emissioni di gas serra”.

Dobbiamo renderci conto che le lancette scorrono e dobbiamo ascoltare gli avvisi e le strategie degli esperti. Non possiamo più rimandare. “Questa transizione richiede uno sforzo significativo e i governi devono essere pronti a sostenere i propri cittadini e le imprese attraverso di essa. Ma offre anche opportunità per stimolare la crescita, creare posti di lavoro e ridurre le disuguaglianze. Sia il settore pubblico che quello privato devono fare la loro parte” continua Draghi.

Pieno rispetto per i diritti fondamentali dei migranti

Con i buoni propositi per il clima e le disuguaglianze non si può non parlare dei paesi in via di sviluppo e delle migrazioni. Infatti, secondo le dichiarazioni i leader si impegnano a garantire un “pieno rispetto” dei “diritti fondamentali dei migranti”, cercando di prevenire e “adottare misure per sostenere la piena inclusione dei migranti, compresi i lavoratori migranti, e dei rifugiati nei nostri sforzi di risposta alla pandemia e di recupero, nello spirito della cooperazione internazionale e in linea con le politiche, la legislazione e le circostanze nazionali, garantendo il pieno rispetto della loro diritti e libertà fondamentali indipendentemente dal loro status migratorio“.

Tuttavia, la stesura di belle parole non basta, bisogna trovare delle soluzioni concrete effettive ed efficaci, che possano “prevenire i flussi migratori irregolari e il traffico di migranti”. Tra le strategie prese in esame e concordate c’è la conferma del fondo per “il clima di 100 miliardi di fondi per i paesi in via di sviluppo“. Infatti, una delle cause delle migrazioni attualmente sono anche i cambiamenti climatici che, sempre più spesso, rendono invivibili per gli esseri umani le loro zone natie.

Seppur è vero che “bisogna intervenire e agire rapidamente per evitare conseguenze disastrose sul clima. Bisogna tagliare emissioni o ci saranno conseguenze disastrose sul clima“, “in materia di clima è stata mantenuta la logica che si fonda sui passi volontari compiuti da ogni paese per ridurre la quantità di emissioni, pur rispettando gli interessi nazionali nel campo dello sviluppo economico e della crescita. Credo dunque che si tratti di un risultato molto positivo”.

Indubbiamente gli accordi hanno imposto delle sfide difficili, ma con la cooperazione, lo sviluppo e il sostegno da parte di tutti i Paesi del G20, i piccoli passi di ogni singolo Stato potranno sommarsi e diventare un grande passo coeso per la svolta e la soluzione ad alcune problematiche internazionali.

Redazione

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