Giappone, ecco i robot badanti per accudire gli anziani

Ma sarà davvero così semplice, per gli anziani e per i loro parenti, affidarsi a delle macchine?

L'Italia è già uno dei Paesi con più anziani nell'area dell'Ocse; ma diventerà, nel 2050, il terzo Paese con più anziani nel mondo dopo la Spagna (seconda) e… il Giappone, che può vantare il primato dell'età media più alta del globo. E in un paese dove i vecchi abbondano, si sa, in genere ci sono molti meno giovani. Così, come spiega il Guardian (VEDI, https://www.theguardian.com/world/2018/feb/06/japan-robots-will-care-for-80-of-elderly-by-2020), entro il 2025 nel paese nipponico ci sarà un buco di ben 370.000 persone per ciò che concerne l’assistenza sociale e sanitaria alle persone anziane. Come far fronte a tutto ciò, in un paese dove i bassi tassi di immigrazione rendono molto complicato sostituire la forza lavoro? Sembra che la tecnologia sia l’unica soluzione, secondo il governo, tanto che si stima che entro il 2020 l’80% degli anziani sarà accudito da badanti robot. Che tipo di dispositivi saranno e cosa riusciranno a fare?

Si tratterà soprattutto di robot “semplici”, che non avranno fattezze umane e che aiuteranno i loro pazienti in situazioni specifiche come nella deambulazione (sia in casa sia fuori) e/o nel passaggio dal letto alla sedia a rotelle (e viceversa). Alcuni potranno anche prevedere quando un anziano può aver bisogno di usare il bagno. Ma… Sarà davvero così semplice, per gli anziani e per i loro parenti, affidarsi a delle macchine? Non subito, almeno secondo il professor Hirohisa Hirukawa, direttore per la robotica dell’Istituto nazionale per la scienza e la tecnologia avanzate: “Da parte di chi riceve le cure c’è inizialmente una resistenza psicologica” ha affermato. E ha poi concluso: “la robotica non può risolvere tutti i problemi, ma può dare un contributo per risolverne alcuni”.

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