Giornata mondiale dell’igiene delle mani: quanto è importante

Oggi, 15 ottobre, si celebra la Giornata mondiale dell’igiene delle mani. Nell’attenzione di questa giornata non c’è soltanto l’igiene, ma anche lo spreco delle fonti idriche

Giornata mondiale dell'igiene delle mani

Negli ultimi due anni, in cui tutto il mondo è stato coinvolto dalla diffusione del Covid-19, la Giornata mondiale dell’igiene delle mani non è mai stata così sentita.

Durante la pandemia, gli incentivi provenienti dal Ministero della Salute sul corretto lavaggio delle mani sono stati molteplici. Un gesto “salva vita” che è stato protagonista di molte pubblicità ufficiali del Governo, ma anche vittima di spettacoli di cabaret su alcuni programmi domenicali molto seguiti dal grande pubblico.

L’igienizzazione delle mani non era mai stata così importante fino all’arrivo del Covid-19. Infatti, questo semplice e comune gesto è stato considerato fondamentale per impedire la diffusione del virus.

Nonostante il suo ormai diretto collegamento all’impedimento del contagio, in realtà è importante sottolineare che il corretto lavaggio delle mani con acqua e sapone “può ridurre il numero di persone che si ammalano di diarrea di circa il 23-40%, ridurre l’assenteismo dovuto a malattie gastrointestinali negli studenti del 29-57%, ridurre le malattie respiratorie, come il raffreddore, di circa il 16-21%”, come dichiara Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), l’organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti.

Dunque, alla poco igienizzazione delle mani sono dovute la maggior parte di infezioni e malattie a cui è esposto l’individuo. Nonostante la Giornata mondiale dell’igiene delle mani sia stata istituita già nel 2018, soltanto con la pandemia la maggior parte degli individui si sono accorti del frequente contatto con oggetti pieni di batteri.  

Spreco delle fonti idriche

In una giornata mondiale come quella di oggi, 15 ottobre, del lavaggio delle mani, è importante tenere ben presente e tenere sott’occhio lo spreco dell’acqua.

Ormai da molti anni numerosi studi hanno messo al centro delle questioni ambientali lo spreco delle fonti idriche. È importante sottolineare che nonostante il nostro pianeta sia ben ricco di acqua, soltanto il 3% di questa è dolce.

Nonostante sia attribuito maggiore spreco delle fonti idriche ai settori lavorativi come quello dell’agricoltura, con il 70%, e dell’industria, con il 20%, al contesto domestico è incriminato il 10%.

La carenza e l’aumento della popolazione registrati in questi anni hanno portato ad appellare l’acqua con il termine “oro blu”. Secondo le stime di numerose ricerche, come quella dello Stockholm International Water Institute (SIWI), nel 2030 il 47% della popolazione vivrà con problemi di scarsità d’acqua. Un problema senza dubbio dovuto all’aumento del consumo previsto entro il 2025, che vede l’aumento del 50% del consumo di fonti idriche da parte dei paesi in via di sviluppo e del 18% da parte di quelli industrializzati.

Già nella Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, il tema dell’acqua è tra i goal prefissati. Infatti, entro il 2030 è previsto, secondo gli obiettivi stipulati dall’ONU, il miglioramento della qualità dell’acqua combattendo l’inquinamento e riducendo le possibili contaminazioni. Inoltre, tra i target all’interno del Goal 6, dell’acqua pulita e dei servizi igienico-sanitari, c’è al numero 4 l’intenzione di “aumentare considerevolmente entro il 2030 l’efficienza nell’utilizzo dell’acqua in ogni settore e garantire approvvigionamenti e forniture sostenibili di acqua potabile, per affrontare la carenza idrica e ridurre in modo sostanzioso il numero di persone che ne subisce le conseguenze”.

Oltre alle strategie e le politiche green attuate dagli Stati, è importante tenere a mente che ogni piccolo gesto nella vita quotidiana di tutti i giorni può apportare un contributo efficace alla situazione complessiva.

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