Girolami: “Colleferro come la terra dei fuochi”

Dopo il rapporto di Legambiente, il capogruppo dell’IDV accusa: “Nessun miglioramento nell’aria”

Alla luce dell’ennesimo allarme lanciato da Legambiente sull’inquinamento ambientale, abbiamo intervistato il capogruppo dell’Italia dei Valori di Colleferro, l’Avv. Emanuele Girolami, che esprime le sue perplessità e preoccupazioni da uomo, prima, e da politico poi: “Come amministratore locale, ma soprattutto come padre di due figli, sono molto preoccupato della situazione ambientale di Colleferro. Nella mia città non è garantito il diritto alla salute previsto dall’art. 32 della Costituzione. A Colleferro è ubicato un cementificio che brucia carbone e ora, come se non bastasse, è stato presentato un progetto per bruciare anche plastica, pneumatici triturati e fanghi essiccati di fogna. Nella città sono poi presenti due inceneritori di rifiuti ed una discarica che raccoglie circa 150.000.000 Kg di immondizia proveniente da 30 Comuni. Nel sottosuolo dei siti industriali del ex fabbrica Snia, denominati Arpa 1 e Arpa 2 e in una cava di pozzolana sono stati interrati migliaia e migliaia di fusti tossici”.

Recenti studi – aggiunge l’Avv. Girolami – redatti dal Dipartimenti di Epidemiologia della Regione hanno rilevato nel sangue della nostra popolazione il besa-esaclorocicloesano, sostanza organica persistente derivante dai pesticidi che venivano prodotti dalle fabbriche del luogo negli anni passati e diossina, sostanza altamente cancerogena e secondo alcuni studi mutogena, in percentuali mai riscontrate in altri studi, nonché questi studi hanno riscontato eccessi di morte per tumori allo stomaco, alla pleura e per malattie cardiovascolari.
Le condizioni della salute della popolazione si sono ulteriormente aggravate con l’entrata in funzione dei due inceneritori dei quali ho parlato prima, determinando un aumento delle malattie polmonari cronico ostruttive del 79%, un aumento delle infezioni acute dell’apparato respiratorio dei bambini del 78% ed un aumento delle malattie a carico dell’apparato respiratorio del 39%, come evidenziato nello Studio Eras redatto dalla Regione Lazio e dall’ARPA, pubblicato nel luglio 2012″.

Nei giorni in cui, a distanza di sette anni, è entrato nel vivo il processo per l’inquinamento della Valle del Sacco, ci sono stati miglioramenti sensibili dal punto di vista della qualità dell’aria che si respira?

No, assolutamente nessun miglioramento. Infatti nel 2008 i superamenti delle PM 10 erano 62, nel 2009-67, nel 2010-53, nel 2011-74, nel 2012-54 e nel 2013 sono stati 56. Mentre la legge prevede che non vi debbono essere superamenti per oltre 35 giorno l’anno. Colleferro questo anno è risultata maglia nera per la qualità dell’aria in Provincia di Roma, superando Ciampino che ha un aeroporto, Guidonia con il suo traffico, le sue industrie estrattive e di lavorazione dei marmi e Civitavecchia con la sua mega centrale che brucia carbone. La qualità dell’aria di Colleferro è peggiore anche di quella di Roma, ove le centraline hanno registrato al massimo 41 superamenti in via Tiburtina e corso Francia. A proposito del processo coloro che ordinavano in modo perentorio di mescolare e bruciare i rifiuti ai loro sottoposti sono ancora al loro posto”.

Cosa si sente di chiedere all’amministrazione comunale per di fare di più e meglio in questa direzione? Qual’è la vostra proposta politica?

Chiudere innanzitutto la discarica ubicata a Colle Fagiolara. L’amministrazione comunale che governa la città, interrottamente dal 21 anni ha creato un’economia dell’immondizia che rappresenta una dannosissima droga con la quale fare i bilanci comunali e comprare il consenso. La mia città riceve ogni anno 5 milioni di euro per il conferimento dei rifiuti in discarica da parte degli altri Comuni e ora non riesce più a fare a meno di questo denaro. La discarica però è una bomba ad orologeria che, con il percolato, potrebbe creare effetti devastanti sull’ambiente. E’ di qualche giorno la notizia che gli esperti del Politecnico di Torino, su incarico del Consiglio di Stato, hanno depositato una perizia nella quale si evidenzia l’inquinamento delle falde acquifere sotto la discarica di Malagrotta, cosi come l’Arpa Lazio ha riscontrato, nelle falde acquifere sottostanti la discarica di Roccasecca, concentrazioni abnormi di manganese. Credo che sia arrivato il momento di tornare a dare una speranza alla popolazione della mia amata città. La verità è che la situazione di Colleferro, che si trova a pochi chilometri da Roma, ha molte similitudine con i disastri ambientali di Taranto e della Terra dei Fuochi, ma a differenza di queste realtà nessuno se ne occupa”.
Un paragone quest’ultimo che susciterà senz’altro clamore, preoccupazioni e polemiche.

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