Grazia Scuccimarra: Torno sempre volentieri al teatro Caesar di San Vito

“Il pubblico è intelligente, mi dà tanta soddisfazione e mi accoglie sempre molto calorosamente”

Dopo lo spettacolo “Chiedo i danni”, applauditissimo, rappresentato al Teatro Caesar di San Vito Romano domenica 22 aprile, di cui è direttore artistico ed organizzatore Ulisse Marco Patrignani, intervistiamo l’Autrice, la spumeggiante, per niente stanca, nonostante il suo monologo si protragga per due ore, Grazia Scuccimarra che a ruota libera ci parla della carriera di attrice-autrice per 35 anni, mamma, professoressa per 30 anni di Diritto, sempre ricca di verve come nella scena.

“Chiedo i danni è il 26° spettacolo della mia fortunata carriera. Sono sempre contenta di tornare qui a San Vito Romano dove ogni volta sento che il pubblico mi ama. Il prossimo anno spero di rappresentare qui uno dei miei monologhi più fortunati: ‘Noi ragazze degli anni 60’ che ha avuto tanti consensi, tanto successo di pubblico e critica con più di 2000 repliche in tutti i teatri in Italia ed all’estero. Sono stata la prima a dare il via al fenomeno di ritorno agli anni ’60 – era il 1980 – ed ancora oggi lo ripeto; me lo richiedono perché è un testo giovane, sempre attuale, come se l’avessi scritto ieri”.

Ci ricorda alcuni dei suoi spettacoli?

“Dal 1979 ‘Successo’ e poi, solo per citarne alcuni ‘Gioiamia’, ‘Verdinvidia’, ‘A noi due signora’, ‘Figurati adesso’ dedicato a Berlusconi, ‘Sono una donna laceroconfusa’, ‘Zittotu’, ‘Belladentro (fuori non ce l’ho fatta)’ del 2010, fino a quest’ultimo del 2013 “Chiedo i danni”. Sì perché dopo tanti anni di insegnamento, di attività teatrale come attrice ed autrice, di mamma, di moglie, chiedo i danni, ma anche a me stessa”.

Quali i Teatri in cui ha lavorato più volentieri?

“Al Teatro degli Audaci per tanti anni ed al Teatro dei Satiri, sempre a Roma. Purtroppo, lo scorso anno, terminato il mio spettacolo, improvvisamente quest’ultimo Teatro ha chiuso. Naturalmente mi piace lavorare anche qui, al Teatro Caesar perché il pubblico è intelligente, mi dà tanta soddisfazione e mi accoglie sempre molto calorosamente”.

Ringraziandola, lasciamo Grazia Scuccimarra ai suoi fan, tra cui alcuni ex allievi, ripensando allo spettacolo “Chiedo i danni”. Per due ore provoca risate ed applausi. Ripercorre la sua vita dall’inizio della carriera come prof. precaria che deve lavorare anche con la bronchite per acquistare punteggio, lasciando i figli disperati a casa. Quindi esamina con pungente ironia ed autoironia i vizi, dell’italiano ‘medio’ immerso nelle attuali situazioni di disagio economico, sociale, politico con continui riferimenti al vissuto. Il pregio della Scuccimarra è che fa ridere e nello stesso tempo sa ridere di se stessa accomunando tutti i delusi, lei per prima, dal lavoro, dal marito, dalla società, dai giovani, dalla politica, che si ritrovano in ciò che dice.

Esamina la caduta dei valori nel mondo attuale con intelligenza assai rara, mai volgare. Splendidi i siparietti quando canta, ballicchia, esamina i testi irrazionali di F.Battiato o parla nel suo dialetto, il teramano dai cui incomprensibili monosillabi deriverebbero il cinese ed il giapponese. Bravissima! Sicuramente riceverà altri premi oltre al “Nettuno d’Oro”, al Premio Chianciano, Taormina, solo per citarne alcuni. Sono sue anche le musiche, mentre Pino Cangialosi si è occupato degli arrangiamenti e Flavio Bruno delle luci.

Foto di Roberto Benedetti

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