Guidonia, lettera aperta al Sindaco: Pensare allo sviluppo è un crimine?

Il Travertino, dal sogno possibile all’Isola che non c’è, quasi come nel Paese di Balocchi…

Riceviamo e pubblichiamo questa lettera aperta diretta al sindaco di Guidonia, da parte dell'Ingegner Nicola Martino, che opera presso le cave estrattive del Distretto del Travertino Romano.

"Tra un annuncio urlato da campagna elettorale e una riunione tecnica, tra fallimenti di imprese e iniezioni di metadone della real politik per il bacino del travertino vittima e carnefice di programmi politici, tra sogni sempre più difficili da sognare e realtà sempre meno facili da accettare, quest'estate ha un sapore che ricorda quella degli ultimi giorni di Pompei (almeno per tutti i “cittadini”, e sono tanti, che dovranno accontentarsi di ferie non proprio a cinque stelle). Questo scenario ci riporta a ritmi dal profumo inconsueto, incerto fra quotidianità affannata alternata e tempeste tropicali, proprie di un'isola che non c’è. Intanto, cominciamo col dire che l'isola che non c'è ha molto di magico e di onirico, in quanto tutti ne parlano, ma manca delle connotazioni tipiche della materialità. Geograficamente, non è individuabile, potremmo dire che si trova ovunque e in nessun luogo, tuttavia tutti parlandone la vivono virtualmente. E' come un mondo parallelo, strutturato, con le sue regole, i suoi rapporti di causa-effetto, i suoi personaggi (che spesso, più che fantastici appaiono avatar grotteschi…), le sue giustizie: poche; le ingiustizie: molte.

Nell'isola che non c'è, molti desideri sono nell’aspettativa di tutti, ma quando li si cerca è difficile trovarli. Una cosa abbonda: I preavvisi. Ma il preavviso non ha per tutti lo stesso significato. Per gli individui qualunque, infatti, è un qualcosa di fumoso incerto di la da venire, mentre per altri soggetti è pane quotidiano fruibile al limite della auto-riproducibilità. Questo porta al fatto che, mentre i comuni mortali possono vivere in questa magica isola ma solo nei loro sogni, altri soggetti, che orbitano nell’area per la distruzione delle attività produttive, possono trasformare l’isola di tutti in un proprio Paese dei balocchi.

In questo Paese, grazie alla creazione di stratagemmi giuridici e finanziari poco comprensibili alle umane menti, ma molto adatti a gratificare i loro creatori oltre misura, rispetto al vero valore delle loro creazioni è possibile moltiplicare all'infinito il preavviso sia esso di diniego … di archiviazione … di revoca …., come se fosse una “Beautiful mind”, ignorando la realtà,.. Come a questa realtà si sia giunti, … cosa ci sia dietro questa realtà, orchestra un battere e levare sovrapponendovi una nebbia virtuale … una platonica caveran di ombre totalmente avulsa dalla realtà stessa. In questa isola il metro di misura del sogno resta l’interpretazione della normativa, che, in stretta osservanza ai criteri della logica, è una “legge che non c'è”. Una volta, tanto tempo fa, c'era una volta la L.R. 1/80 in base alla quale le aziende potevano programmare la propria vita lavorativa, avere piani di coltivazioni attuali ma anche futuri, potendo preventivamente destinate a riserva aree che il mercato avrebbe potuto rendere commerciali in futuro … futuro cui tutti davano del tu.

Ricordi paleozoici, spazzati via dal progresso

Oggi l' l’imprenditore moderno non ha più spazi di manovra niente fantasia ma soprattutto niente buon senso, solo sensori, moderni si, ma disorientanti in quanto illudono che per la sicurezza hai speso e sei al ‘sicuro’ da rischi. La cruda certezza che proroghe e rinnovi che a norma di buon senso sono poco più che atti formali dovuti non ce ne sono … nemmeno uno … invece i preavvisi fioccano e chi ti preavvisa, è proprio chi è deputato a far crescere la stalla e invece senza il citato buon senso pensa solo a far crollare la stalla e semmai la mucca dovesse morire nella stalla non pagherà mai dazio. Ovviamente, con questo andazzo, non c’è più nessuna festa per le aziende, che viste come una carro ove tutto si può caricare inanellano balzelli su balzelli. Non c’è festa per chi in azienda vive senza più certezze su nulla e che nessuno si prende la briga di dare. Ciò che cade, sogni ed ideologie comprese, di solito non ha solide fondamenta.

E la Regione? …Ma che domande…. Prende tempo, promette. Ma i signori dell'isola che non c'è, i traghettatori che ci guideranno fuori dall’Egitto? Quelli non perderanno quasi nulla. Anzi, forse, si guadagneranno (immeritatamente) un lungo riposo in qualche isola tropicale. Anche le responsabilità sono magiche, in questa magica isola. Se c'è qualche problema, è inutile cercare i colpevoli, perchè si finirebbe con lo scoprire che tutti sapevano ma ci sono gli equilibri politici da rispettare. Come nella taverna nessuno è ubriaco, perché tutti sono ubriachi. A dire il vero il numero di leggi è talmente proliferato senza controllo e con tale contraddizione di sostanza, che alzi la mano chi oggi al mattino aprendo il cancello della propria azienda non viene colto dal fondato sospetto di aver infranto un numero imprecisato di commi astrusi, dall’incerta interpretazione e rischiato sanzioni di varia natura e genere. Lo sviluppo? La crescita? , chi ha studiato la definisce economica , è in atto, anzi va incrementata tutelata coccolata, mentre invece, secondo l’accreditata teoria di esperte massaie, la crescita reale è prossima a zero.

Da quanto in qua pensare allo sviluppo è un crimine? Certo, gli industriali, i tecnici, non sono dei santi, ma nemmeno dei mostri cattivi come li vogliono dipingere. Loro volevano solo l'isola che non c'è. Ma proprio perchè non c'è, non la si può creare dal nulla. E vivendo costretti in una realtà che travalica l'immaginazione, rischiano di fare danni che ricadono su quei comuni mortali che nell'isola che non c'è lavorano, e che, nella vita reale, annegano nei debiti veri, quelli che si pagano, (si legga casa, risparmi affidati ai fondi di investimento e pensionistici, risparmi reali sudati con il lavoro reale di un'intera vita), affrontando reali rinunce e togliendo tempo reale e irrecuperabile al loro meritato riposo e alla loro reale vita familiare. A loro, e perché no al sogno che rischia di andare in briciole, in conclusione i Mentori, in ritardo, di questa estate dovrebbero affrettare l’uscita dall’emergenza, facendo leva su un solo concetto: La paventata Programmazione … promessa fra le mura del Comune ma che langue. Langue perché la politica non può interferire sui proprio dirigenti? Leggendo questo veramente sembra di vivere la storia del film "A Beautiful mind". La politica che non programma non ha nessuna linea e manca di rispetto prima a se stessa, sempre ammesso che deferenti alla modernità, al progresso tecnologico, ai social, nel paese dei balocchi appunto, la parola rispetto non abbia definitivamente perso ogni diritto di cittadinanza".

Ing. Min. Nicola Martino

 

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