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I nostri risparmi

L'improvvisa scomparsa di Lehman Brothers – cinque anni fa – ha fatto capire che probabilmente quello che stavamo vivendo altro non era che la classica punta dell’iceberg. Il mondo stava cambiando, peraltro come è naturale, ma lo stava facendo ad una velocità al di fuori del normale, ad una velocità a cui non eravamo abituati e soprattutto ad una velocità che non riuscivamo a controllare.
Ma facciamo una piccola cronistoria: Il 15 settembre 2008, fallisce Lehman, e nel successivo semestre la produzione industriale del mondo si riduce del 25%. Da Adamo ed Eva, non era mai successo qualcosa di simile! L'economia globale in cui oggi viviamo significa "interdipendenza-sempre-più-contemporanea": quando c'è uno shock che colpisce tutti, tutti reagiscono nello stesso modo, e l'industria, che è il settore che si è organizzato su precise filiere che coinvolgono un numero crescente di paesi è la prima a risentirne.
Qualcuno ebbe il coraggio di dire: «Se fallisce Lehman, chiunque può fallire» e qui si innesca una paura endemica con conseguenza l'arresto di ogni transazione finanziaria: inizialmente non è speculazione, solo paura, la paura che fotogrammi di quelli che girano sui principali network mondiali, con persone che riempiono scatoloni, possa ripetersi anche da noi, nella nostra bene amata Italia: ma per fortuna ci accorgiamo che la frenetica Mela nulla ha che fare – per il momento – con il nostro solare paese, paese che vive di turismo, con i suoi difetti e le sue incongruenze, ma anche con i suoi tanti pregi, paese che reagisce d’istinto “fregandosene” di regole finanziarie e di logiche intoccabili. Però qualcosa va avanti; grazie ai media il famoso "cambiamento" accelera vorticosamente; ogni notizia viene amplificata, commentata, manipolata: inizia una nuova era, un’era che sempre più convalida la famosa frase “nulla sarà più come prima“.
Ma questo non ci deve fare paura, non ci deve terrorizzare anzi ci deve far vedere il mondo sotto una nuova lente; “vivere” il cambiamento come momento positivo – seppur tra mille difficoltà – è sintomo di maturità sociale e collettiva.
Gestire il cambiamento e non farsi gestire è la nostra grande e vera opportunità; mai come oggi abbiamo a disposizione strumenti, competenze, conoscenze che ben ci aiutano in questo “work in progress“ quotidiano; le difficoltà e i momenti difficili fin qui vissuti ci potranno aiutare a non commettere gli stessi errori del passato. C'è un unico elemento – che dall’inizio dei tempi fa parte del nostro essere e potrà guidarci verso scelte sempre più coerenti con le nostre necessità e i nostri bisogni: il cuore. E per fortuna noi Italiani ne abbiamo tanto.

Redazione

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