I professori in mutande per protesta

I manifestanti, vincitori di concorso, sconfortati sono rimasti in mutande per protesta

Giovedì scorso, i tieffini (TFA – Tirocinio Formativo Attivo) si sono ritrovati sotto la sede del Miur per conferire con il dott. Luigi Fiorentino, capo di gabinetto del Ministro Carrozza, come da impegni presi nello scorso 7 settembre. Il Dott. Fiorentino non si è presentato, forse nella speranza che i manifestanti si dileguassero, ma ciò non è avvenuto e alla fine una delegazione guidata dal prof. Edoardo Ricci e dalla prof.ssa Arianna Cipriani, è stata ricevuta dal dott. Minichiello.

Quando la delegazione è tornata tra i tieffini è scoppiato lo sconforto, la strategia del Ministero è restata quella di temporeggiare nell'attesa che la protesta dei tieffini si smorzi da sola, ma i manifestanti giunti da diverse parti d'Italia, vincitori di un concorso e che oltre le spese del tirocinio si trovano ora costretti ad affrontare le spese dei viaggi e dei vari ricorsi non ce l'hanno fatta più, la protesta è esplosa, le forze dell'ordine in schieramento antisommossa hanno blindato l'accesso all'edificio così che ai professori non è rimasto altro da fare che calarsi le braghe e restare in mutande impotenti nei confronti dell'arroganza del potere, e mentre qualche manifestante restava in mutande nonna Carla, Dirigente Scolastico in pensione, è scoppiata in lacrime gridando: «non posso vedere questi giovani ridotti in tali condizioni!».

Dopo la lettera di sostegno pubblicata qualche giorno fa oggi nonna Carla è scesa in piazza, forte della sua esperienza di Dirigente Scolastico ha voluto manifestare contro la palese ingiustizia che 11.000 neoabilitati docenti stanno subendo in tutta Italia.

«E' in giusto – ha spiegato nonna Carla – che docenti abilitati, che hanno dimostrato la loro professionalità con enormi sacrifici vengano scavalcati da personale non abilitato, questo va a detrimento di tutto il sistema scolastico».

Infine i manifestanti hanno occupato la carreggiata della strada in prossimità dell'edificio, sedendosi sull'asfalto, nell'attesa che chi di dovere si impegnasse a riceverli e a sottoscrivere un impegno, perché si sa: verba volant, scripta manent!

Ecco il testo della lettera di Nonna Carla Pellegrini:

"Sono una dirigente scolastica in pensione da 10 anni, che ha alle spalle tanti anni di precariato come docente, anni di viaggi e incertezze e che ha sempre lottato per sé e per la categoria – speravo che i nostri figli ed i nostri nipoti non dovessero ripercorrere i nostri calvari, invece, per loro sta avvenendo di molto peggio.
Vado subito al tema principale del discorso in atto: gli 11.000 abilitati con il TFA ORDINARIO che il MIUR ha ritenuto di voler abilitare per garantire alla Scuola Italiana personale competente, fornito di idonea abilitazione all’insegnamento, grazie anche alla selezione ed al percorso impegnativo che hanno dovuto portare avanti tutti i frequentanti.

Oggi con questa abilitazione così conseguita nessuno può insegnare: hanno la priorità i non abilitati o quelli che aspirano a conseguire, prossimamente, l’abilitazione all’insegnamento! Vi sembra un modo corretto di rispettare la Scuola, la professionalità docente? Con la carenza di lavoro per i nostri giovani, si preferisce aumentare le ore di insegnamento, fino a 24 ore settimanali, a chi già lavora ad orario pieno, invece di dare gli spezzoni ai precari: vi sembra un modo corretto di garantire le pari opportunità al lavoro?

Con la penuria di liquidità delle nostre famiglie, il MIUR ha deciso che era bene che noi destinassimo una cifra consistente per le spese di ammissione, di frequenza, di studio e preparazione, di viaggi per i nostri figli e nipoti aspiranti all’abilitazione.
Il MIUR ha ritenuto necessario tutto questo, ma per che cosa, per chi???
Nelle tasche di chi sono andati questi soldi e tutti quelli che sono stati sborsati da migliaia di ricorrenti contro varie situazioni da tutelare lungo il percorso del tfa?

Poiché si dovrebbe insegnare solo con l’abilitazione, unico titolo valido per l’accesso all’insegnamento – sarebbe oggi diritto dei neo abilitati con tfa ordinario, presentarsi nelle scuole che hanno nominato docenti non abilitati e pretendere il loro incarico di docenza.
Questo entro il mese di dicembre 2013 lo dovrebbero fare tutti i neo abilitati, così come è sempre avvenuto nelle Scuole, laddove insegnava un docente sprovvisto di specifico titolo di studio, quando, entro il mese di dicembre, si presentava a Scuola un neo laureato con titolo specifico di studio.

Si va a scatenare una guerra tra poveri, andiamo ad arricchire con i vari ricorsi gli studi legali, buttiamo per aria i programmi scolatici, la continuità??

La decisione di fare immediatamente spendere l’abilitazione appena conseguita va presa subito dal MIUR – i neo abilitati tfa ordinario non si fermeranno, questo tfa è stato troppo oneroso in spesa economica, fatica, impegno, distrazione dai compiti famigliari, stress continui, rinunce al lavoro (a chi capitava qualche ora aggiuntiva di supplenza) per poter garantirne la frequenza,….ecc…

Oggi, i nostri neo abilitati ecco come vengono utilizzati:

Sono lì, in attesa ed in trepidazione, trattati come dei QUESTUANTI o peggio come dei veri e propri MENDICANTI;
Il nostro Bel Paese li sta spingendo, quindi, verso l’ACCATTONAGGIO. Ma prima li ha ridotti in SCHIAVITU’: schiavi del punteggio, schiavi dei master – una marea di giovani che si spostano, appunto, da un master all’altro, pagandoli profumatamente, cosicchè i vari baroni possano vivere ben tranquilli con la manovalanza che cresce ogni anno ed assicura la loro stabilità economica.

Si gabella per arricchimento professionale, quello che è vero e proprio sfruttamento della necessità di lavorare,ed intanto questi giovani invece di lavorare loro, danno essi stessi il lavoro agli altolocati, e se riescono a mettere insieme un po’ di spezzoni orari, si calcola che tra viaggi, riunioni, ecc…vanno a percepire meno di 5 euro all’ora – a conti fatti sapete cosa succede realmente? Il precario PAGA per andare a lavorare.

Mantenere il precariato, farlo aumentare, questo è il risultato ottenuto, per cui significa che era questo ciò che i nostri CERVELLONI volevano.
O il risultato ottenuto è sbagliato????? comunque non ci si deve fidare di loro, avendo dato prova grave di incompetenza, superficialità ed arroganza?
I nostri giovani non possono protestare, altrimenti rischiano di essere definiti “teste calde” o “persone inaffidabili come docenti” o chissà cos’altro….. – perché non protestiamo noi adulti?

Scendiamo noi in piazza, avanti a loro il 26 settembre, le famiglie italiane devono chiedere il lavoro garantito a tutti i giovani, e una Scuola veramente formativa per i nostri piccoli, gli adolescenti e i giovani studenti.

Quanto costa pagare la disoccupazione di questi giovani preparati? Ma facciamoli lavorare in modo che vengano pagati perché fanno qualcosa di utile per loro e per la società, si cura meglio l’inserimento di ogni scolaro, si evitano le classi pollaio, si fa una Scuola che rispetta veramente chi è dentro ed anche chi vi vuole entrare, perché ne ha diritto.

Organizziamoci bene per raggiungere lo scopo prefissato.

Un caro saluto ed augurio da nonna Carla"

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