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Il destino è nelle nostre mani, rendiamolo positivo…

Ma si, ne ho voluto parlare col sorriso, come a voler esorcizzare tanta grave e funesta realtà storica, rispondendo alla conduttrice radiofonica che mi chiedeva conferma della notizia di essere nipote di un ufficiale nazista: "eh si, gli ho fatto un bel dispettuccio a mio nonno che si ritrova dei pronipoti neri!". L'argomento è difficile da trattare ma la seguente dichiarazione ben si adatta alla mia coraggiosa seppur morbida Gentil visioneNonostante l'imbarazzante eredità di un nonno ufficiale del regime nazista con la magia dell'amore attraverso il mio essere madre si invertono le rotte e ci si beffa del destino!E qui la mia perspicace e preparata intervistatrice fa un accostamento con la visione di Zygmunt Bauman, il sociologo di origine polacca che ci ha da tempo ammonito: "Fu la cecità della burocrazia moderna a rendere possibile lo sterminio.Un veleno mai debellato che circola ancora nelle vene della nostra società". E secondo Raul Hilberg, sulla cui opera si fonda il pensiero di Bauman, la storia si è già ripetuta, si è concretizzata nell'indifferenza delle democrazie occidentali, nella tragedia dei Tutsi, in Ruanda.

Ma torno alla mia esperienza personale.Se io posso cercare di volgere in positivo una pesante eredità, un albero genealogico dalle origini funeste, ma solo in parte badate bene, perchè mio padre invece si ribellò e scappò con i partigiani, questo non è stato facile per mia madre, ovvero la figlia dell'ufficiale in questione. Mia mamma, la donna più bella del mondo, che nonostante sia stata anche Miss Germania, rivendica il suo essere olandese!

Mia madre e i suoi occhi verdi

Nel suo bellissimo libro, "Fate finta di piangere perchè io morirò per finta",  Edizioni Terre Sommerse, in una sorta di lettera d'amore ai suoi quattro figli, con un tratto naif, qual è la sua splendida pittura, svela dal di dentro, un periodo storico molto interessante, oltre che narrarci episodi della sua vita da avventuriera molto pittoreschi.

"Il titolo di questa lettera dedicata a voi l'ho sentito o letto da qualche parte, mi ha colpito, l'ho scritto sulla mia specchiera col rossetto e lo leggo tutte le mattine mentre vedo la mia faccia ogni giorno più vecchia: le rughe, le figlie delle rughe, i nipotini delle rughe.Già, perché sono anche nonna, anche se ho insegnato ai miei nipotini, una bianca e due neri, a chiamarmi Mamma Ellen!

Sono dolci e rispettosi i due neretti… l'altro giorno passeggiavo col cioccolatino Giacomo: ha sei anni ed è il secondo figlio della mia Loretta. Pensate, quando gli ho detto che un giorno porterà un fiore sulla mia tomba, lui ha risposto:" Mamma Ellen, io mi sdraierò sulla tomba per riscaldarti". Troppo bravo e troppo intelligente, mi commuove!

Quante volte penso a mia madre, che non ho amato abbastanza… mio padre invece l'ho odiato, si odiato.

Lei una nobile olandese, lui tedesco, molto tedesco, ufficiale poi commissario in Germania. Il primo marito di mamà era violinista all'Opera dell'Aia. Lui si che accrezzava le figlie e le amava, era buon e bravo, soprattutto era olandese! Che invidia, io soltanto ero la figlia tedesca, quella con la stessa faccia del padre tedesco, ero la figlia "dell'ufficiale tedesco", l'ufficiale di cui mia madre si innamorò perdutamente.

Mia madre e suo padre

Durante la guerra ogni famiglia benestante in Olanda era obbligata ad ospitare un ufficiale tedesco: lui era alto, perfetto nella sua uniforme tutta lucida, occhi verdi, i miei occhi e oggi gli occhi stupendi di mio figlio. Era mio padre, entrato nella vita di mamà come un uragano.

Un uragano funesto si aggira nella nostra Europa, che una manciata di anni fa produceva il male che sappiamo, solo una batter di ciglia nella volta del tempo, ci separa da tanta aberrazione. Attenzione, attenzione…. Alla prossima Gentil visione!

 

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