Il Gemelli è l’ospedale più efficiente di Roma

ALTEMS rivela i deficit delle strutture ospedaliere

Uno studio coordinato da Americo Cicchetti ed effettuato dai ricercatori dell’ALTEMS, Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari, ha evidenziato dei deficit nella gestione di alcuni ospedali del Lazio.

Per curare la stessa patologia, infatti, gli ospedali spendono cifre molto diverse, addirittura alcuni possono arrivare a spendere il triplo di altri.

Il professor Cicchetti ha spiegato che "l'obiettivo dello studio è fornire una metodologia per il confronto sistematico delle performance economico-finanziarie delle aziende ospedaliere: dal confronto emerge un consistente differenziale di efficienza del Policlinico A. Gemelli rispetto ad altre strutture ospedaliere della Regione Lazio e del territorio nazionale".
Alcune strutture ospedaliere sono quindi più efficienti di altre, che invece non arginano gli sprechi.

Gli ospedali coinvolti nello studio sono il Policlinico Gemelli, il Sant'Andrea, il San Filippo Neri, il Policlinico di Tor Vergata, il San Giovanni e il San Camillo.
Ospedali, questi, che operano a un livello di complessità' medio-alto all’interno della Regione Lazio.
La ricerca si è estesa anche ad altre strutture nazionali, quali il Molinette di Torino, il Policlinico Sant'Orsola di Bologna, il Careggi di Firenze.

GLI ESITI DELLA RICERCA – Lo studio, condotto seguendo i parametri di efficienza-produttività, personale, struttura e attività, mostra innanzitutto che su 1milione e 83mila ricoveri di tutta la Regione Lazio, le strutture prese in considerazione producono più di 350mila ricoveri.
Inoltre, il Gemelli e l’Umberto I ospitano moltissimi pazienti provenienti da altre Regioni italiane.

Per quanto riguarda gli indicatori del personale che comprende sia medici universitari che medici non universitari, viene subito in risalto la maggiore efficienza del Gemelli e del Sant’Andrea rispetto agli altri: per ogni infermiere in servizio, infatti, al benchmark Gemelli si trattano 47 pazienti, mentre al San Camillo solo 23.

Facendo riferimento al costo per paziente dimesso, il Gemelli guadagna la vetta della classifica con il costo più basso di tutti (6.118 euro/paziente), ponendosi altresì come punto di riferimento (benchmark).
Contrariamente l’AO Molinette, che invece ha il costo massimo: 11.821.
Il costo per dimesso del Policlinico Umberto I (8.134) è quasi uguale a quello di Careggi (8.433). Sant’ Orsola e San Giovanni si aggirano intorno ai 7.000 euro.
San Camillo e Sant’ Andrea, ultimi in classifica.

Rispetto agli altri indicatori economico-finanziari, si evidenzia inoltre che le risorse per la produzione assegnate alle strutture sono insufficienti rispetto ai costi per la produzione.
Al San Filippo Neri, infatti, il rapporto tra risorse e costi al San Filippo Neri è del 160%; dato che non varia se si studiano altri campioni, quali il San Camillo e il San Giovanni, in cui il rapporto tra risorse e costi è intorno al 150%.

I TAGLI ALLA SANITA' – "Ne emerge un quadro molto variegato – ha detto Cicchetti – ovvero c'e' un'alta variabilità tra strutture per molti indicatori di produttività presi in considerazione, che suggerisce che i tagli orizzontali previsti dalla spending review rischiano di penalizzare le strutture più produttive".

La difficile situazione economica degli ultimi anni, ha in qualche modo reso necessari interventi in materia di assistenza sanitaria; ultimo tra questi, la l. n. 95/2012, più comunemente conosciuta con il nome di ‘spending review’.
L’obiettivo di tutte le riforme è quello di far spendere al Servizio sanitario nazionale circa 5 miliardi di euro in meno, rispetto alle spese effettuate negli anni scorsi.
Ma non basta: anche le Regioni devono concorrere a dare attuazione alle riforme approvate in sede nazionale.

Chiunque abbia una minima concezione di spesa pubblica sa che i tagli non sono un male, anzi sono assolutamente necessari.
Tuttavia, le manovre degli ultimi anni hanno imposto alle Regioni dei tagli orizzontali, che non hanno tenuto conto dei livelli di produttività e di efficienza delle singole strutture ospedaliere, in questo modo rischiando di non conseguire l’obiettivo di maggiore efficienza e incremento dei livelli di produttività, ma tutto il contrario.

I dati sono visibili a tutti, bisogna solo capire come gestire e allocare le risorse, in base ad un criterio di adeguatezza.

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