Cronaca

Il medico del futuro? Se il paziente si ammala, lo stipendio diminuisce

Le nuove competenze nel mondo del lavoro

Nel rapporto del World Economic Forum emerge come il mercato del lavoro in futuro sarà inderogabilmente connesso ai processi di trasformazione digitale e all’acquisizione di abilità integrate. Siamo in una transizione ma per certi settori siamo già nel futuro.  Ci renderemo conto dei cambiamenti epocali quando ci saremo dentro dl tutto, per questo meglio prepararsi per tempo. Basti pensare all’automazione delle auto. Bus senza guidatore sono già in funzione in tratte cittadine di alcune realtà urbane. I treni superveloci, i droni che trasportano merci e persone, quelli che vengono usati per bombardare, sono tutte realtà tecnologiche già tra noi.

Frutto del pensiero e della produttività di imprese già operanti nel futuro. Tutto questo per comprendere che avremo bisogno di super specializzati che siano in grado di saper integrare le proprie conoscenze settoriali con altre competenze. L’università non insegna solo le materie del piano di studi ma soprattutto insegna come e dove acquisire le informazioni che necessiteranno al laureato durante la sua esperienza professionale. Sapere come imparare nuovi linguaggi, metodi e modelli di studio, sarà imprescindibile per il professionista di oggi e di domani.

Il medico che mantiene sani i propri utenti anziché aspettare di curare quelli malati

Per fare un esempio concreto la figura del medico del futuro sarà sempre più quella di un professionista che non conosca solo le cure sanitarie necessarie per i pazienti che gli vengono affidati. Dovrà soprattutto sapere come intervenire nella prevenzione dei propri utenti. Forse proprio affinché non siano più tanto dei pazienti ma degli utenti dei quali preservare in primo luogo lo stato di salute. Una volta lessi della pratica sanitaria cinese del passato. Ogni piccola comunità veniva affidata ad un medico remunerato dallo Stato, in base al sistema collettivista cinese.

Aveva un appannaggio annuale che ogni anno veniva valutato in base alla resa del suo operato nella comunità. Ovverosia quando si verificava uno stato di malattia dei suoi pazienti, gli veniva decurtata una parte dello stipendio. La sua attività non era quella di curare i malati della comunità ma quella di non farli ammalare. Ogni malattia è infatti un costo sociale. Il contadino malato non può lavorare. Così l’impiegato, l’operaio, il poliziotto. Lo Stato e la collettività ci rimettono.

Per far si che la comunità fiorisca anche economicamente, il compito del medico era quello di mantenerla sana. Non con le stesse metodologie ma è un po’ quello che ci si prefigge per il futuro. Il medico dovrà mantenere il più possibile in salute i propri utenti, non so se sia prevista una decurtazione sul suo stipendio come pena ma non sarebbe poi del tutto sbagliato, a pensarci bene.

Chissà se un giorno potremo ambire ad avere realmente un medico di famiglia che invece che risponderci via mail, senta la responsabilità di non farci ammalare.

Carlo Raspollini

Autore e regista televisivo, responsabile marketing, consulente gastronomo e dello spettacolo, viaggiatore.

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