“Il posto dei sogni”, dove la dimensione del tempo si annulla

Un non luogo dove la dimensione del tempo si annulla e non ci sono confini né limiti e si può essere protagonisti delle storie più assurde

Esiste un non luogo dove la dimensione del tempo si annulla, dove non ci sono confini né limiti e si può essere protagonisti delle storie più assurde ed incredibili: è il “posto dei sogni”. “Fai bei sogni” è probabilmente l’augurio più antico che ogni madre rivolge al proprio figlio in ogni angolo del mondo: parole che auspicano una notte serena, che lasciano abbandonare il corpo e scivolare la mente, parole d’infanzia che ritorneranno più volte alla memoria.

Quando scende il buio, dopo una giornata di vissuto, si chiudono gli occhi, il respiro rallenta, si varca la soglia della coscienza e si entra in un mondo parallelo fatto di emozioni, reazioni, immagini: un mondo talmente vero e sentito da lasciare sensazioni perfino al risveglio. Sogni così intensi da spingere a raccontarli come una necessità impellente, dimensioni così pure da permettere ai vivi e ai morti d’incontrarsi e di stare ancora insieme.

I sogni crescono con noi ed accompagnano tutte le stagioni della vita : dalle paure dell’infanzia fatte di fughe da mostri e draghi, ai tormenti dell’ adolescenza sommersi da oceani in tempesta e ci rincorrono poi nell’età adulta, quando le ansie e i problemi del quotidiano angosciano le nostre notti.

Spesso sottovalutati da una cultura razionalista dilagante, i sogni sono sempre stati al centro di misteri e di vere e proprie teorie scientifiche, psicologiche, religiose ed esoteriche. Molti episodi della Bibbia raccontano di sogni decisivi, di presagi, di messaggi da interpretare, mentre nelle culture animistiche il tempo del sogno è tanto reale quanto quello fisico.

E non dimentichiamo l’importanza dei sogni nella Cabbala ebraica, nella cultura popolare partenopea, nel la fisica quantistica, testimonianze dello stretto legame tra l’intangibile e il numero. E che cos’è in definitiva un numero se non un simbolo di elementi invisibili?

Nella tradizione induista quando un uomo si addormenta, si ritira all’interno del cuore: i cinque sensi vengono trattenuti ed egli diventa un grande re, portando con sé la sua gente. Quando si riposa, si raggiunge la beatitudine e da questo Sé emergono tutti i soffi vitali. Il sogno è considerato” la realtà della realtà”.

Nella medicina tibetana l’analisi dei sogni del malato viene utilizzata per risalire alle cause di gravi malattie, facendo distinzione tra i sogni karmici ( condizionati dalle vite passate)e i sogni di chiarezza (legati alla innata saggezza dell’essere umano). Per la tradizione buddista tibetana è fondamentale affinare la consapevolezza nello stato onirico al fine di raggiungere la consapevolezza assoluta.

Insomma nella cultura dell’Induismo, del Buddismo e del Taoismo l’esperienza onirica è considerata importante per l’evoluzione spirituale e culturale del genere umano. Avere lucidità e consapevolezza nei sogni significa averla anche durante la veglia. Questa condizione nelle due dimensioni permette di raggiungere la liberazione: la sintesi di tutti gli opposti.

Il sogno resta un cammino all’interno di noi stessi, dove si è veramente soli . Non ci sono condizionamenti né imposizioni o censure, la coscienza cade in un sonno intenso e per questo si è liberi di esprimere la parte più intima, la propria aspirazione più profonda. Quante volte un progetto grandioso è stato concepito in un sogno?

È il non luogo dove si entra in contatto con la propria interiorità sommersa, dove si stabilisce una comunicazione con il divino e si hanno presagi per il futuro. Un modo per conoscersi fatto di simbolismo, rappresentazioni, similitudini la cui chiave di lettura risiede in una dimensione totalmente metafisica, eppure cosi profondamente percepita da conferirle una collocazione reale nella nostra vita.

Sottovalutare il valore dei sogni in nome di una prospettiva razionalista, significherebbe avere una conoscenza parziale della propria essenza: mancheremo la nostra vita di notte. C’è una parte che non potrà mai essere indagata dal pensiero scientifico, eppure così istintivamente comprensibile. La scienza può spiegare cosa avviene nel nostro cervello nel momento del sogno o nelle diverse fasi del sonno, non può però indirizzare la nostra immaginazione. La logica non può essere parte di una visione onirica, non può decidere le esperienze della coscienza sopita. Tutto quel mondo creativo, spontaneo e personale che rappresenta la nostra sacralità non può essere ridotto a teorie universali.

A mano a mano che ci allontaniamo dalla conoscenza antica, ci allontaniamo dalla verità e dalla possibilità di trovare un senso alle cose che non riusciamo a spiegare, come se dimostrare sempre e in ogni caso sia un atto dovuto e non piuttosto un espediente per soddisfare il nostro bisogno innato di certezze. Per tutti coloro che credono ad una realtà oltre i veli dell’apparenza, i sogni rappresenteranno sempre il regno di un’intelligenza simbolica e trascendente.

Il sogno resta dunque un’esperienza per l’ anima, uno spazio dove ogni notte ci trasferiamo e siamo altro. Possiamo diventare chiunque, sperimentare situazioni e sentimenti che forse di giorno non ci accadranno mai: anche in questo risiede il mistero e la grandezza dell’essere umano.

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