Il weekend delle Romane: pari Roma, la Lazio vince a Parma

I giallorossi rimontano lo 0-2 di Zaza grazie a Ljajic (doppietta); Mauri e Felipe Anderson affossano 2-1 il Parma

Posizioni e obiettivi diversi. Stesso cuore. Ad accomunare Roma e Lazio, in questo week end, è la grinta con cui hanno ripreso lo svantaggio. Solo parziale la rimonta della banda Garcia, che sabato contro il Sassuolo (ore 18:00) è riuscita a pareggiare la doppietta di Zaza: decisivi i due gol di Adem Ljajic. Più concreta la Lazio: i biancocelesti hanno battuto per 1-2 il Parma, passato in vantaggio con una rete di Palladino. 

Capitolo Roma, un’occasione persa – Sabato Garcia si gioca un pezzo di tricolore. All’Olimpico arriva il Sassuolo di Di Francesco, vecchio cuore romanista (e Zemaniano), un amico/nemico da superare per sfruttare il pari della Juventus a Firenze, e portarsi a -1. Il tecnico ex Lilla schiera titolare Strootman, per la prima volta dopo il recupero dall’infortunio. La decisione di Rudi dimostra che la testa è a mercoledì, giorno del dentro/fuori contro il City che vale la Champions. Il turnover viene applicato anche davanti: Totti riposa, Gervinho non gli è da meno; spazio al giovane trio Iturbe-Destro-Ljajic. Il match inizia male: ritmi blandi, poca bava alla bocca. Il Sassuolo sfrutta il momento di down giallorosso e colpisce: De Santics controlla male un retropassaggio e calcia adosso a Zaza, che in scivolata sigla lo 0-1. La papera dell’ex Napoli galvanizza i neroverdi e svilisce i suoi compagni. Tre minuti dopo arriva il raddoppio emiliano: verticalizzazione per Zaza, che implacabile fulmina di destro De Sanctis. La Roma si disunisce e cresce il nervosimo: al 34′ De Rossi prende il giallo. Finisce il primo tempo, giallorossi negli spogliatoi con la coda fra le gambe.

I secondi 45′ vengono inizialmente recitati sullo stesso copione: ad aggravare il doppio svantaggio ci pensa De Rossi. Altra trattenuta e doppio giallo che equivale all’espulsione. Garcia prova a scuotere i suoi mettendo Gervinho, ma il cambio di rotta è innescato principlamente dal ritrovato cuore. Indomiti (e in dieci) i padroni di casa reagiscono: mani in area e rigore – contestatissimo, anche sui Social dagli stessi giocatori del Sassuolo. Battuta centrale e 1-2: la firma è sempre quella dell’uomo-Provvidenza, Adem Ljajic. Il vantaggio dimezzato non accontenta la Roma, che a testa bassa carica per trovare il pari. La barricata emiliana resiste fino al 91′, quando il parziale lasciava presagire un finale di festa a tinte neroverdi: Florenzi (altre proteste perché sembava in off-side) crossa rasoterra per Ljajic, il serbo non sbaglia confermandosi l’uomo in più. Un minuto dopo viene espulso Vrsaljko, ma poco cambia. All’Olimpico finisce 2-2, la Roma coglie un pareggio che sembrava insperato. Preoccupa il primo tempo, giocato follemente sotto ritmo. Con un approccio diverso la differenza di punti con la Juventus non sarebbe rimasta invariata (bianconeri sempre a +3). 

Capitolo Lazio, nel segno di Felipe Anderson – Non sbaglia la Lazio a Parma, dove c’era aria di riscossa. In Emilia una vittoria sarebbe servita come il pane, ma Pioli – parmense doc – non regala nulla ai suoi concittadini, vogliosi di smuovere la classifica e allontanarsi dall’inferno della B. I capitolini si schierano con il 4-3-3 (anche se, ad essere onesti, ha ragione Zeman a definirlo “un 4-1-4-1 mascherato”). Djordjevic parte titolare come prima punta; da registrare una nuova bocciatura per Keita, relegato in panchina. Sull’estreno mancino fiducia ad Anderson, reduce da un gol nel turno appena passato di Coppa Italia. È dalle accelerazioni del brasiliano che partono le maggiori azioni della Lazio, che pur provandoci non produce una grande mole di palle gol. Difatti a passare in vantaggio è il Parma: Palladino anticipa de Vrij e Cana, e di testa mette il pallone sotto l’incrocio. Ancora in difficoltà la difesa biancoceleste: la Lazio, dall’infortunio di Genitiletti in poi, non riesce proprio a limitare i gol subiti. Offensivamente, però, è tutta un’altra storia: basta un minuto alla banda Pioli per ritrovare il pari. Mauri sfrutta un assist perfetto di Biglia – altra prestazione d’alto livello per l’argentino ex Anderlecht – e realizza di testa l’1-1. Si va al riposo su questo punteggio.

La ripresa ha la stessa trama tattica: la Lazio ci prova, il Parma difende e a tratti impegna la difesa avversaria. I capitolini mantengono la quadratura, subendo il giusto ad eccezione di qualche sporadica sbavatura. Così arriva il vantaggio: Djordjevic sfrutta una clamorosa debacle del Parma e serve Felipe Anderson, che batte di sinistro Iacobucci. Fino al termine del match accade poco: i tentativi disperati degli emiliani non vanno a buon fine, la Lazio gestice e porta a casa tre punti importanti. Una vittoria che mancava in trasferta dal 19 Ottobre, giorno del 2-0 inferto alla Fiorentina. Ora Pioli si gode il quarto posto in solitaria (in attesa di Verona-Sampdoria), con lo sguardo rivolto all’Europa che conta, distante solo tre punti. E poi, il tecnico emiliano, si coccola Anderson: visti limiti caratteriali di Keita, ora buona parte del peso offensivo biancoceleste dipende dai piedi delicati di Felipe, l’erede di Hernanes che tanto fece sognare i tifosi della Lazio. Nota stonata: Braafheid ha riportato una lesione al collaterale di un ginocchio; rischia tre mesi di stop. 

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