Internazionali d’Italia 2019: Nadal è ancora il Re di Roma, Djokovic ko

Una vittoria netta, che conferma chi è ancora il padrone della terra rossa nonostante un inizio stagionale non esaltante

Una vittoria netta, che conferma chi è ancora il padrone della terra rossa nonostante un inizio stagionale non esaltante. Rafael Nadal conquista gli Internazionali BNL d’Italia, bissando il titolo dell’anno scorso. E lo fa al termine di una finale che non è mai sembrata fuori dal controllo del maiorchino, nonostante uno stanco Djokovic, che con un sussulto d’orgoglio dei suoi, ha provato a rimettere in discussione.

La cronaca della finale degli Internazionali d’Italia

La partenza del match è di quelle senza storia: Nadal è tirato a lucido, Djokovic non riesce a mettere i piedi dentro al campo e viene completamente spazzato via da Rafa. Il risultato del primo set non necessita di ulteriori commenti: 6-0, il primo nella storia tra Djokovic e Nadal in 54 scontri diretti.

30 punti a 16 per lo spagnolo, Nole che non arriva mai a palla game. Un risultato che stordisce anche il pubblico del centrale, vista l’attesa di un confronto che si pensava fosse alla pari.

Troppo stanco il serbo, dopo le maratone dei giorni scorsi (le tre ore di match con due match point annullati a Del Potro venerdì, più le due ore e mezza ieri sera con Schwartman). Ma i campioni sanno reagire anche i questi momenti, e nel secondo set il Foro Italico ha di nuovo una partita. Grazie ad un buon rendimento al servizio – che gli garantirà 7 ace in tutto il match – e con il dritto, Djokovic riesce a tenere testa a Nadal. Ma al settimo game sembrano iniziare i titoli di coda, con tre palle break consecutive per Rafa. Lì il serbo con un’altra reazione, complice anche un Nadal che non affonda il colpo del ko, annulla le palle break, ne annulla un’altra nel nono game e costringe l’avversario a servire per rimanere nel set.

Improvvisamente Nadal perde il dritto ed il ribaltone è servito: break a 30, set e tutto rimandato al terzo tra l’esaltazione del pubblico, che ha incitato Nole per tutto il secondo parziale volendo una finale degna del palcoscenico.

Nel terzo set però, tutto sembra tornare alla normalità: Nole corre, ribatte e spinge, ma quando si vuole liberare dallo scambio e viene a rete commette una quantità incredibile di errori, tra smash sbagliati e drop che si fermano a metà rete. Anche così si spiegano i ben 39 errori non forzati, contro i 17 dell’avversario: meno della metà.

Nadal stavolta non si fa pregare: trova il break in apertura (con tanto di racchetta distrutta da parte di Djokovic) ed incanala subito il match laddove era partito. Non c’è storia. Per questo il championship point rispecchia l’andamento della partita: con una volée serba che si stampa sul nastro, dopo 2 ore e 25 minuti, Nadal vince per la nona volta gli Internazionali. È il primo urrà del 2019, che vale un nuovo record: per il sedicesimo anno di fila vince almeno un trofeo del circuito ATP. 34° Masters 1000 superando proprio Djokovic e 81° trofeo in carriera.

A Roma abbiamo ritrovato un Nadal in versione stellare e non è un caso. Il maiorchino forse ci ha messo di più del solito ad entrare a pieno regime, ma ad una settimana dal Roland Garros è pronto: è sempre lui l’uomo da battere. Per il numero 1 del mondo invece una sconfitta che brucia ma con una consapevolezza: se non si è al 100% è quasi impossibile sovrastare Rafa sulla terra, e se c’è qualcuno che a Parigi potrà insidiarlo, quello è proprio il serbo.

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