Cronaca

Investimento estero, attenti ai call center: ecco come tanti italiani vengono truffati

Truffatori dell’Est Europa hanno raggirato 114 cittadini italiani, convincendoli a investire in fondi esteri e promettendo guadagni insperati in poco tempo. In molti ci sono caduti, anche perché selezionati tra i più facili da truffare. A questo servono i social, a carpire i nostri profili. Come scoprirli in tempo e denunciarli alla Guardia di finanza.

Cos’è il trading online?

Si chiama trading online ma dietro ci possono essere delle truffe seriali, meglio conosciute come boiler room (locale caldaia) per la capacità di mettere sotto pressione l’investitore fruttano molti soldi facili ai ladri informatici. Le persone vengono contattate via call center, e vengono scelte in genere tra i pensionati, con un passato di lauti guadagni: commercialisti, notai, avvocati, manager tutti con un livello alto di formazione culturale e con un bel conto in banca e proprietà. Ricevono una telefonata dall’estero, in genere dalla Gran Bretagna, per essere invitati a verificare di quanto si potrà far fruttare il capitale investito nella massima sicurezza.

Il truffatore è sempre molto convincente e tende una rete al malcapitato

Foreign Exchange o FOREX, così si chiama il settore di investimenti nel mercato valutario internazionale non regolamentato. La persona che telefona è un abile venditore, si presenta come consulente di una società di brokeraggio. Attenzione, le persone autorizzate a svolgere questa attività sono in una lista pubblicata on line sul sito della Consob o della Banca d’Italia. Si fa presto a scoprire se la persona è autorizzata o meno, ma al momento della telefonata nessuno ci pensa.

Il truffatore cercherà di convincere il sospettoso cliente. Quale migliore test se non provare con una somma ridicola? Per esempio 250€. Nel giro di pochi giorni il conto del cliente vede aumentare esponenzialmente la cifra investita. Funziona. Il cliente si convince e si passa a un secondo test, magari di 1.000 € o più. Qui l’avidità dell’investitore gli gioca un brutto scherzo. Con pazienza il truffatore tende la rete, in cui far cadere il pesce che sta abboccando.

Nel 2022 le truffe informatiche hanno fruttato 116 milioni di euro

Nel 2022 le truffe informatiche hanno sottratto 116 milioni di euro ai potenziali clienti, 93 dei quali riguardano il trading online, ovvero l’acquisto e la vendita di titoli finanziari via internet. In base alle 200 denunce degli ultimi sei mesi alla Procura di Milano, si vede che lo schema è sempre lo stesso. Ben rodato. Le comunicazioni continuano su whatsapp: con l’invito ad investire i primi 250 euro e poi controllare il proprio profilo il rendimento, che naturalmente sale.

Il finto broker invia prospetti di guadagno, contratti, documenti come se fosse tutto vero. Il cliente non ne parla con nessuno per motivi di riservatezza, ovvio.  Così resta sempre più solo nella rete del “ragno”. Quando il cliente arriva a investire una cospicua somma di 100 o 200 mila euro e ad averne altrettanti di interessi maturati, vorrebbe incassare ma la risposta è sempre la stessa: “la legge inglese prevede che per smobilitare le somme devi versare il 25% di tasse“.

Il cliente sente puzza di bruciato e non versa più nulla. Qui arriva un’altra persona, che chiede scusa. Il nuovo ammette che il suo collega di prima era un poco di buono, che è stato scoperto e allontanato. Non ci sono tasse da pagare ma spese legali si, per rientrare di tutta la cifra investita più gli interessi maturati.

Senza arrivare a questo punto bisogna rispettare la regola base: se ricevete una telefonata da un numero estero, provate a richiamare, se una segreteria risponde che il numero non è abilitato a ricevere chiamate, state alla larga!

I truffatori sono persone dell’Est Europa ma agiscono con società internazionali

I clienti venivano indotti a pensare di stare guadagnando somme ingenti mentre ogni volta che chiedevano di rientrare degli investimenti sorgevano difficoltà di ogni tipo. La dipendenza del cliente dai truffatori li gettava in uno stato di prostrazione psicologica e di senso di impotenza.  Nel giugno passato è stata richiesta la confisca di 5 milioni e mezzo di euro, frutto di raggiri.

Le indagini sono state condotte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Venezia, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Pordenone: 54 le persone denunciate, di nazionalità ucraina, serba, ceca, ungherese, russa ed israeliana. Per truffare i risparmiatori utilizzavano 14 società collocate in Scozia, Ucraina, Isole Marshall, Serbia, Estonia, Inghilterra, Saint Vincent e Grenadine, Svizzera, Germania, Repubblica Ceca, Israele e Ungheria.

Molti truffatori risultano cittadini ucraini e la guerra ha coperto tutto

Una volta messe le mani sul denaro degli investitori, questo veniva dirottato su conti dell’Europa Centro Orientale e per occultarlo veniva utilizzato per saldare fatture emesse da imprese della Unione Europea nei confronti di aziende dell’Est. Oppure veniva diluito attraverso un complesso giro in conti societari svizzeri o nelle isole Cayman, per poi essere reindirizzato ai conti delle società dei truffatori in altri paesi. In pratica spariva. Siccome molti degli indagati sono risultati cittadini ucraini, lo stato di guerra ha di fatto occultato le prove e impedito il recupero di molte delle somme raggirate.

Non fidarsi e comunque si possono fare le verifiche presso la Consob

Un consiglio che gli esperti danno a chi viene contattato da questi finti broker è di non fidarsi mai dei guadagni troppo facili. La prima cosa è verificare se il nome della persona che si presenta è inserito nella lista Consob delle persone autorizzate. Se non c’è state tranquilli che è una truffa.

In ogni caso gli avvocati sconsigliano di sottoporsi a test con piccole somme e non effettuare nessun investimento di prova. Quando sorgono i problemi per recuperare le somme investite bisogna diffidare degli avvocati che chiedono di essere pagati per recuperare eventualmente il denaro. Sono truffe su truffe. Bisogna sporgere subito la denuncia presso la Guardia di Finanza.

Per ogni dubbio si può sempre contattare la Consob, che ha uffici a Roma. In ogni caso Il nuovo Registro pubblico delle opposizioni prevede la possibilità per tutti i numeri di telefono fissi e mobili, sia presenti negli elenchi telefonici pubblici sia riservati, di iscriversi al servizio per non ricevere proposte indesiderate di telemarketing via telefono. Le istruzioni sono sul sito del Ministero delle attività produttive a questo link.

Carlo Raspollini

Autore e regista televisivo, responsabile marketing, consulente gastronomo e dello spettacolo, viaggiatore.

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