Isis: orrore senza fine

di Remo Sabatini

C’era stato l’ennesimo sequestro. Giorni fa. In Siria. Teatro dell’episodio la provincia di Al Hasaka nel nordest del martoriato Paese. Un  gruppo di cristiani assiri era stato portato via dalle milizie del famigerato neo Stato Islamico e da quel tragico momento ai parenti non sarebbe rimasto altro da fare se non sperare in un improbabile miracolo.

Le voci che si rincorrono nelle ultime ore, tuttavia, non sono incoraggianti. Raccontano di esecuzioni. Alcuni degli ostaggi sarebbero stati uccisi.

Altri assalti da parte dei militanti islamici avevano interessato i villaggi nei pressi del fiume Khabur. Le operazioni avevano portato ad ingrossare le fila dei rapiti tra i quali ci sarebbero anche ragazze e bambini.

L’Hassyrian Human Rights Network indica complessivamente in 150 il numero degli ostaggi e ci si aspettano nuovi drammatici videomessaggi indirizzati all’Occidente dove si potrebbe ripetere il macabro teatro degli orrori farcito di minacce di uccisione dei rapiti.

La paura per la sorte degli ostaggi è forte e l’appello per un intervento militare tempestivo è stato condiviso anche dalla Lega Siriana per i Diritti Umani che ha sottolineato “la responsabilità della comunità internazionale per non essere intervenuta rapidamente per proteggere almeno i civili”.

Intanto, in queste ore, la Libia, due bracciate da qui, sembra subire la medesima sorte con i militanti bardati di nero che sfilano sulle strade del Paese fino ad arrivare al mare. Molti i bambini tenuti sotto chiave o peggio, ma in Europa non c’è accenno a sfilate o manifestazioni di piazza come quelle seguite ai drammatici fatti parigini.

Una sottile linea di acqua salata divide la spada da “incosciente” sonnolenza.

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