“L’incredibile caso di Beniamino Todisco”, un grande successo

Al teatro dei Conciatori prosegue con grande successo l’ultimo lavoro di Pino Ammendola “L’incredibile caso di Beniamino Todisco” 

E' in scena al teatro dei Conciatori di Roma l'ultimo originale lavoro di Pino Ammendola, che lo vede sia autore che regista, dal titolo "L'incredibile caso di Beniamino Todisco", con il giovanissimo Marco Todisco nel ruolo del protagonista.

Il testo teatrale riprende l'idea realizzata nel film "Il curioso caso di Benjamin Button" del regista David Fincher, dove un neonato nasce con un corpo vecchio che invece di morire, con il passare degli anni, ringiovanisce, fino a diventare quello di un adolescente/bambino nell'età della vecchiaia.

Attraverso un monologo, interrotto solo da un finale a sorpresa, il giovane interprete Marco Todisco racconta l'incredibile storia di Beniamino, le vicissitudini, l'emozioni, i dolori, le paure, gli amori di un bambino curioso e intraprendente in un corpo invece vecchio e di un vecchio ormai conoscitore della vita, saggio e anche stanco, che vede il suo corpo ringiovanire e diventare quello di un bambino.

"Ottanta anni di bugie": così sintetizza la sua storia Beniamino, la vita che ha invertito le regole con lui, lo ha costretto continuamente a mentire per cercare di allineare l'età anagrafica all'età che invece il corpo dimostrava, in una continua corsa contro il tempo.

Una vita al contrario, che lo rende unico e diverso, dove solo per un momento, dove solo per alcuni anni, il corpo e lo spirito tornano a coincidere permettendogli di sentirsi come gli altri e di poter condividere la propria vita con chi ama senza doversi sentire troppo giovane o troppo vecchio.

Pino Ammendola, attraverso il giovane interprete Marco Todisco, ci regala momenti comici e drammatici, nostalgici e romantici, ma alla fine tutti ugualmente poetici così come lo è la vita dell'uomo vista dall'alto nel suo continuo scorrere tra gioia e dolore, tra passioni e perdite, tra entusiasmi e delusioni.

Come Beniamino ci ricorda alla fine, "scriviamo sull'acqua anche quando pensiamo di lasciare dei segni".

La precarietà e la fuggevolezza della vita sono così colte con occhi disincantati e interpretati da un giovane che, nonostante la sua età, sa trasmettere la malinconia e l'intensità della vita che passa, l'attimo presente che è più importante del domani, che è tutto ciò che realmente possediamo e l'unico in cui possiamo essere veramente noi stessi.

L'interpretazione di Marco Todisco di Beniamino, cresce d'intensità durante lo spettacolo ed è particolarmente coinvolgente nel racconto della morte del nonno, ateo e comunista, e toccante nel ricordo della sua storia d'amore con Linda e della separazione da lei.

Appare viva e reale dai ricordi nostalgici di Beniamino la Roma degli anni 60, anche per chi non l'ha conosciuta, nella vitalità e vivacità culturale che la pervadeva in quel periodo.

Attraverso il racconto della vita di Beniamino, Pino Ammendola, non manca di ripercorrere 80 anni di storia: Mussolini, Che Guevara, Pinochet, fino al fermento rivoluzionario degli anni 60 con la passione politica di quel periodo, all'atterraggio sulla luna e al recente Bin Laden.

"Scompaiono le rughe in viso, il corpo ringiovanisce, ma forse le rughe sono finite tutte nel cuore", Beniamino ottantenne con un corpo da adolescente così si appresta a congedarsi dai suoi ascoltatori, non è forse il corpo a dire la nostra età, a segnare le nostre esperienze e i nostri limiti, ma forse è il nostro cuore.

La giovinezza non dipende dall'età anagrafica del corpo ma dalla capacità di fare un lifting al cuore, che lo rigeneri, dal dolore, dai lutti, dalle separazioni, riattivando così il motore che permette di tornare a sperimentare la vita come bambini, quella vita che a volte nel suo scorrere può  sembrarci così crudele.

Alla serata erano presenti ospiti ed amici: Franco Nero, Imma Piro, Pietro Romano, Maria Letizia Gorga, Enrico Patella, Giancarlo Zanetti, Igor Mattei, Emy Bergamo e tanti altri.

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