L’ultimo saluto a Franco Califano

Nella chiesa degli Artisti le esequie del cantautore romano

“Ora senza di te tutto il resto è noia. Grazie Franco”.
Questo lo striscione che ha accolto questa mattina, insieme alle centinaia di persone, la salma di Franco Califano all’ingresso della chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo, dove si sono celebrati i funerali.
Sulla bara, una maglia dell’Inter.

Ieri, alla camera ardente che è rimasta aperta fino alle 20 per il grande afflusso di persone, il cantautore romano era stato vestito come fosse un giorno qualunque, come se da un momento all’altro potesse tornare tra noi a cantare ancora le sue poesie in romanesco. Aveva braccialetti, collana e camicia aperta sul petto. Tra le mani, un rosario rosso e un'immagine di Ratzinger. Accanto a lui, due rose, una rossa e una rosa.

La sepoltura der Califfo avverrà ad Ardea, dove è stato sepolto anche il fratello.
Seguendo la sua volontà, sulla lapide del maestro verrà scritto 'Non escludo il ritorno', titolo della canzone scritta a quattro mani con Federico Zampaglione, voce dei Tiromancino, che ha proposto un ‘premio Califano’.
“Invece che ricordarlo con il solito concerto cui parteciperanno cantanti per promuoversi e farsi vedere in tv – ha dichiarato Zampaglione – vorrei che nascesse un premio a suo nome per lanciare giovani talenti. Lui amava i giovani, e i giovani amavano lui, accorrevano ai suoi concerti”.

Ieri alla camera ardente, Fiorello è stato tra i primi a salutare il suo amico Franco Califano. “Insieme abbiamo ritrovato la grinta – ha detto – Quando io ho iniziato ad imitarlo eravamo entrambi in crisi e poi abbiamo superato questo momento”.

Ai funerali, oggi, c'erano anche i Flaminio Maphia e Renato Zero.
“Califano lascia un grande vuoto per la romanità”, ha dichiarato l’istrionico cantante romano. “Franco Califano ed Enzo Jannacci – ha continuato – sono due grandi artisti che hanno rappresentato delle grandi ricchezze che ci mancheranno molto”.

Presente in chiesa anche la figlia Silvia, che non ha mai vissuto con il padre. “Ci siamo frequentati solo per un periodo – ha raccontato – ma il fatto di vivere a Trieste e non a Roma non ci ha aiutato. Ho perso un po’ di lui, papà era quello che era, era un artista, un grande poeta, ma non era proprio capace di fare il padre”.

Tantissimi altri hanno voluto rendere omaggio al maestro scomparso: Renata Polverini, Dario Salvatori, Amedeo Minghi, Lando Fiorini e Gianni Alemanno.

“Tutti i romani avrebbero voluto essere un po’ Califano per la simpatia, la poesia e il successo con le donne”, ha detto il sindaco di Roma appena arrivato nella Chiesa degli Artisti questa mattina. “Credo che tutta Roma sia commossa per la scomparsa di un grandissimo artista come Franco Califano – ha continuato – profondamente radicato nella nostra città, nella storia e nella produzione artistica di tutti quei diversi modi di essere e soprattutto di quelle borgate che spesso hanno bisogno di una loro espressione”. “All’inizio era un poeta ci sono state tante polemiche per i suoi comportamenti spesso fuori le righe. Però questo suo anticonformismo è diventato un segnale di autenticità che riguarda un po' tutti i romani che si sentono un po' Califano, perché dietro questa voglia di trasgredire c’é tanta umanità senza retorica”, ha concluso Gianni Alemanno.

Ad accompagnarlo in chiesa e ad Ardea, anche il quartetto d’archi con cui si era esibito al Teatro Sistina.
Durante la celebrazione dei funerali, sono stati suonati anche alcuni tra i più grandi successi di Franco Califano e ‘L’ultimo amico va via’, canzone del 1972.

I SETTE CONCERTI – Non saranno annullati i sette concerti che Franco Califano aveva in programma per il mese di aprile, “ma diventeranno tributi in sua memoria”, ha annunciato Alberto Laurenti, chitarrista e collaboratore der Califfo.

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