Il Big Ben segna le quattro di pomeriggio del 26 marzo. Sul ponte di Westminister dove è accaduto l'ultimo attacco terroristico, donne musulmane si tengono per mano, formando una catena umana di solidarietà e restano così, immobili, per 5 minuti. Ognuna di loro indossa qualcosa di blu, simbolo di speranza.
Questo spettacolare gesto, è un atto di ribellione al terrore e al terrorismo, che con l'ultimo attentato, ha generato nuova paura e nuova xenofobia. Musulmano non è sinonimo di terrorista. Questo le donne londinesi lo hanno capito bene, stringendo su quel ponte le mani delle donne musulmane, per dimostrare che sono consapevoli che non sono loro le responsabili dell'accaduto.
Come dichiara Sara Waasem, 57 anni: "Un attacco contro Londra è un attacco contro tutti noi. L'Islam condanna totalmente la violenza, quanto accaduto ci ripugna". La donna con queste parole, sottolinea, ancor più, come sia importante fare una netta distinzione tra Islam e terrorismo, dissociandosi totalmente da quell'attentato compiuto in nome del loro Dio.
Le donne hanno così dimostrato, per l'ennesima volta, che con un piccolo gesto si possono abbattere quei pregiudizi che dilagano sempre più all'interno della nostra società.
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