La sinistra grida al fascismo per nascondere l’asservimento ai poteri forti

La sinistra continua a vedere il fantasma del fascismo, morto e sepolto da decenni, ma è una tecnica per distrarre le masse e trovare un argomento attorno al quale ricomporre le fila

Una sinistra autolesiva continua imperterrita il suo cammino verso il baratro. Purtroppo di fascismo e antifascismo si può morire ed è ciò che sta facendo il PD, con tutti i suoi corollari partitici, nella sua lotta donchisciottesca contro lo spettro di un fascismo morto e sepolto da numerosi decenni; una sinistra che, ormai priva di contenuti progettuali e lontana da quelli che erano le colonne portanti della sua ideologia proletaria, non trova altro appiglio che quello di gridare a squarciagola al fascismo e al razzismo senza che ve ne sia motivo alcuno; quasi in una allucinata lotta alle streghe i pochi rimasti “fedeli” si buttano a capofitto nella ricerca spasmodica di additare qualcuno o qualcosa pur di restare in vita. Si, perché ormai quella di gridare al fascista, divenuta la moda di questi ultimi anni, è rimasto l’unico appiglio che consenta ad una sinistra ormai inesistente e comatosa di restare in vita in qualche modo.

Ancora per poco riesce a fare notizia l’accusa di fascismo rivolta a chiunque non condivida idee e pseudo programmi che, in modo ormai lapalissiano, sono asserviti a tutto ciò che la sinistra italiana, bene o male, ha sempre combattuto e avversato; un’accusa che mira, inoltre, a distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dal percorso che la sinistra ha iniziato a percorrere, già da tempo, a tutto svantaggio degli interessi nazionali e del popolo e a tutto vantaggio di interessi, bancari e sovranazionali il cui obiettivo ultimo è quello di distruggere, in ogni modo possibile, una già fragile e traballante identità nazionale e una cultura millenaria per permettere di asservire un popolo provato da una crisi finanziaria, economica, lavorativa, che è anche una crisi sociale e antropologica.

Riflettiamo su quanto propinato continuamente e insistentemente dalla sinistra e dai suoi seguaci; immigrazione incontrollata da assecondare a tutti i costi, destinata a creare più problemi che benefici a causa di “un’assenza totale di politiche, di modelli di integrazione e questo provocherà delle contraddizioni, degli sconquassi sociali se continuiamo con questa totale assenza di politiche dell’immigrazione e dell’integrazione” per usare le parole del filosofo Massimo Cacciari; il continuo aiuto, diretto o indiretto, alle banche anche a scapito del cittadino che viene visto come chi è sempre pronto ad essere vessato in un modo o nell’altro; il tentativo continuo di annullare ogni riferimento religioso, e con esso le radici cristiane del nostro Paese, in nome di un laicismo attraverso il quale si vuole affermare la falsa idea di rispettare le religioni diverse da quella cristiana  tra le quali, in primis, quella islamica portando a far scomparire ogni simbolo cristiano da luoghi pubblici, scuole, ecc.; l’attacco alla famiglia, sempre più oggetto di veri e propri assalti, che mira a distruggerne dalle fondamenta la sua essenza opponendo come pseudo motivazione il rispetto di quella diversità (ad esempio di una famiglia di soli uomini o di sole donne) che, in realtà, viene violata nel momento stesso in cui non si rispetta la naturale diversità tra uomo e donna; un aiuto continuo alle frotte di immigrati che invadono le nostre città e una indifferenza nei confronti di cittadini italiani sempre più parte integrante della nuova fascia di poveri che riescono a mala pena a sopravvivere; piccole e medie aziende, artigiani, attività commerciali e liberi professionisti costretti a chiudere definitivamente la propria attività a causa di una crisi economica aggravata da una tassazione improponibile resa ancor più grave dalle nuove misure dirette a sanzionare, in materia fiscale, di tutto e di più.

Questa è la situazione prospettata da una sinistra che, in un modo o nell’altro epur non eletta al governo, si ritrova sempre alla guida di una nazione ogni giorno più dilaniata da un punto di vista sociale, antropologico, culturale, economico; una nazione in cui la sinistra, mese dopo mese, anno dopo anno, procede ad una legittimazione di un totalitarismo democratico e ad una delegittimazione di quella democrazia vera che avrebbe dovuto difendere attraverso un disegno che vede come vittima principale un popolo che, anche attraverso i social, si esprime affermando “Se non fai lo scontrino finisci in carcere, se arrivi clandestinamente e spacci finisci in albergo”. D’altra parte già duemila anni fa, nell’antica Roma, Catone il censore (il quale di intrighi e meccanismi politici aveva una ampia cognizione) ripeteva che “I ladri di beni privati passano la vita in carcere e in catene, quelli di beni pubblici nelle ricchezze e negli onori”; è proprio sulla riflessione stimolata dalle parole di Catone che nasce la considerazione di quanto la nostra democrazia si stia trasformando sempre più in una plutocrazia (dal greco πλοῦτος, plùtos, ricchezza e κρατείν, krateìn, potere), espressione chiara di un sistema liberistico come sostiene  lo stesso Noam Chomsky, considerato uno degli intellettuali più celebri della sinistra radicale americana e mondiale, il quale afferma che “La democrazia in Italia è scomparsa quando è andato al governo Mario Monti, designato dai burocrati seduti a Bruxelles, non dagli elettori. Le democrazie europee sono al collasso totale, indipendentemente dal colore politico dei governi che si succedono al potere; è la distruzione delle democrazie in Europa e le conseguenze sono dittature”.

Se ad affermarlo è un teorico di sinistra, forse più obiettivo di quanti dissimulano negando l’evidenza dei fatti, allora possiamo ben credere che quanto sosteniamo sia nel giusto, d’altra parte lo stesso Chomsky ha affermato che l’imperante neoliberismo deve essere visto come  “un grande attacco alle popolazioni mondiali, il più grande attacco mai avvenuto da quarant’anni a questa parte”. In tutto ciò le varie e inconsistenti argomentazioni che ventilano la presenza di un fascismo invisibile – diffuse da una fazione politica tutt’altro che obiettiva che porta alla nascita di una inutile Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza – non sono altro che da un lato fumo negli occhi per occultare con la polemica ben altre operazioni legislative e dall’altro una ultima spiaggia per ricompattare una sinistra sbrindellata attorno a un nemico vecchio di 80 anni e ormai morto e sepolto.

Intanto mentre l’opinione pubblica è attratta e distratta per mezzo di queste polemiche create ad hoc, i poteri forti continuano il loro operato distruggendo l’identità di un popolo grazie a quella parte politica che storicamente si è sempre posta come garante e difensore di quei valori, colonna portante di un Paese, ma che oggi è strumento di quella operazione.

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