Latina, Berardi al Tg1 “In cella mi torturano”

Scioccanti testimonianze audio e video al Tg1 dell’imprenditore, recluso in Guinea da oltre 1 anno

Continua il dramma di Roberto Berardi, l’imprenditore di Latina in carcere dal gennaio 2013 in Guinea Equatoriale. L’uomo era stato arrestato dopo aver riscontrato anomalie nelle movimentazioni sui conti dell’impresa del figlio del presidente della Guinea Equatoriale, Theodorin O’Biang, con il quale era socio in affari. Successivamente, Berardi era stato processato e condannato a due anni e quattro mesi di reclusione, con l’accusa di truffa e appropriazione indebita, in una prigione nella quale sarebbe stato picchiato e avrebbe contratto la malaria, al termine di quello che i familiari hanno definito un “processo farsa”.

Nella serata di ieri il Tg1 ha diffuso preoccupanti immagini, inviate dallo stesso Berardi, che lo ritraggono deperito e nettamente provato dalla detenzione, oltre che con la schiena martoriata dalle frustate.

Berardi è riuscito a inviare anche una testimonianza audio tutt’ altro che confortante: “Sono in cella di isolamento senza vedere luce e ricevo bastonate e frustate. La pressione è fortissima, spero di riuscire a resistere almeno per potere rivedere i miei figli”.

Le autorità italiane stanno seguendo la vicenda: il presidente della Commissione per la tutela dei Diritti umani Luigi Manconi (Pd) ha annunciato che a breve sarà presentata “un’interrogazione urgente al ministro degli Esteri a proposito di uno dei tremila nostri connazionali detenuti all’ estero, spesso in condizioni disumane”.

“Ho sollecitato la massima attenzione – ha aggiunto Manconi – da parte del nostro ministero degli Esteri, che già da tempo segue la vicenda, in ultimo attraverso l’azione del vice ministro Pistelli, nel momento in cui l’attenzione dei media potrebbe portare a un mutamento di orientamento da parte del governo della Guinea Equatoriale. È proprio adesso che si deve sviluppare il massimo dell’iniziativa per garantire l’incolumità di Berardi e il rispetto dei suoi diritti fondamentali”.

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