Latina, dipendenti Ares 118 al mare durante orario lavoro: sospesi per truffa

Concorso in truffa aggravata ai danni dello Stato, il reato contestato a due dipendenti della Ares 118 Latina

Soccorsi del 118

Operatori sanitari del 118

Concorso in truffa aggravata ai danni dello Stato. Questo è il reato contestato a due dipendenti della Ares 118, entrambi di Terracina, in servizio presso la centrale operativa di Latina. I carabinieri del Nas di Latina hanno notificato loro la misura cautelare di sospensione dal servizio per 10 mesi.

Secondo le risultanze investigative, in più occasioni i due avrebbero attestato falsamente la propria presenza in servizio mediante l’alterazione del sistema di rilevazione delle presenze, percependo un ingiusto guadagno nei mesi di dicembre e gennaio.

L’indagine Trincea: truffa ai danni dello Stato

I militari hanno avviato l’indagine denominata “Trincea” a seguito di specifica delega del procuratore capo Giuseppe De Falco, mirata ad accertare presunti fenomeni di assenteismo dal lavoro commessi da alcuni dipendenti dell’Ares 118.

Le indagini hanno permesso di accertare a carico dei 2 indagati ben 58 episodi di abusiva timbratura del badge nei soli 2 mesi monitorati. La conferma con conseguente indebita retribuzione di ore di lavoro (sia ordinario che straordinario) non effettuate e di buoni pasto non maturati, calcolati complessivamente in 1.533euro.

Nel corso delle indagini, i militari hanno appurato che gli indagati, nel breve periodo attenzionato, si servivano anche della complicità di altri colleghi a cui consegnavano il badge da passare.

Dipendenti del 118 Latina al mare o a fare la spesa durante il turno

Uno dei due destinatari delle misure cautelari odierne, sebbene rivestisse l’incarico di responsabile di posizione organizzativa, con funzione di controllo sugli altri dipendenti della centrale operativa, ha certificato, consapevolmente, le timbrature irregolari dell’altro dipendente indagato.

I carabinieri del Nas hanno documentato come uno dei due, in numerose circostanze, anziché sul luogo di lavoro si trovasse al bar, altre volte a fare la spesa e addirittura in alcune occasioni al mare per fotografare il panorama per poi postare sui social le foto scattate. La somma di denaro, indebitamente percepita, in danno della Regione Lazio è stata interamente recuperata e sottoposta a sequestro sui rispettivi conti correnti.

Immagine di Archivio

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