I Carabinieri dei Nas hanno effettuato dei controlli negli studi dei medici generali e dei pediatri di Latina e provincia.
Il controllo è avvenuto per accertare la reale presenza dei medici nel proprio studio nei giorni e negli orari comunicati alla Asl. Inoltre hanno anche verificato la corretta conduzione dell’ambulatorio.
A Latina e provincia sono stati ispezionati 32 studi medici, solo 3 di questi non sembrerebbero aver seguito le norme previste dall’Accordo Collettivo Nazionale. Le autorità hanno subito inviato la segnalazione ai competenti Uffici Regionali ASL di Latina per segnalare carenze igienico-sanitarie e strutturali, la mancata informazione circa gli orari di ricevimento e dei medici aderenti all’U.C.P..
Le ispezioni sono continuate e hanno coinvolto anche Frosinone e le sue provincie, dove sono stati visionati 22 studi, di cui solo 1 è risultato irregolare.
In una nota diffusa dai Nas vengono riportate tutte le irregolarità riscontrate: “In tutta Italia sono stati ispezionati complessivamente 1.838 studi di medici di medicina generale e pediatri convenzionati, dei quali 251 hanno evidenziato non conformità (pari a circa il 14%), rilevando 308 tra irregolarità penali e amministrative. Le non conformità più frequenti, pari al 65% delle violazioni contestate, hanno riguardato carenze igienico/strutturali degli ambienti destinati alle visite, come la presenza di attrezzature non idonee all’uso medico, impiego di locali diversi da quelli dichiarati o privi di sufficiente areazione. Tali irregolarità sono state oggetto di segnalazione alle autorità sanitarie locali per il ripristino delle condizioni di regolarità“.
Inoltre aggiungono:”Sebbene la maggioranza degli studi controllati abbia offerto una corretta erogazione dei servizi ai propri assistiti, gli accertamenti dei NAS hanno consentito l’emersione di alcune situazioni illecite che hanno determinato il deferimento all’autorità giudiziaria di complessive 51 figure mediche e amministrative. Tra queste, 3 medici sono stati deferiti all’Autorità giudiziaria poiché ritenuti responsabili di aver falsamente attestato, all’Azienda Sanitaria Territoriale, l’esecuzione di visite e prestazioni domiciliari o presso case di riposo nei riguardi dei propri mutuati, risultati nella realtà mai svolti, ricevendo indebitamente il rimborso delle prestazioni dichiarate”.
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