Cronaca

Spiagge libere addio? Regione Lazio le “regala” agli stabilimenti balneari

Addio spiagge libere nel Lazio. In Italia comandano gli stabilimenti balneari e una giornata al mare costa sempre di più. La prossima settimana la Regione Lazio dovrebbe emanare delle linee guida per l’utilizzo del litorale e più in generale il settore turistico.

Un decalogo di regole, frutto di una concertazione con enti locali, prefetture ed imprenditori, per arrivare pronti al momento della riapertura degli stabilimenti.

A breve arriveranno le regole per l’accesso ai litorali e agli stabilimenti balneari in tempo di pandemia Covid-19. Ma per capire quando e come svolgere le vacanze bisognerà attendere ancora.

Devono arrivare i nuovi Dpcm del governo che disciplineranno la ripresa di una serie di attività commerciali. Mentre ogni singolo Comune dovrà produrre le consuete ordinanze per l’accesso al mare.

Gli imprenditori chiedono di fare presto, in un territorio dove circa il 25% del Pil regionale è frutto del turismo, commercio, ristorazione e trasporti.

In spiaggia senza beach volley

Si annuncia comunque una stagione senza partite di beach volley e una serie di attività in acqua per evitare assembramenti.

Allo studio un’intesa con i balneari per l’accesso contingentato e percorsi separati di entrata e uscita. Da seguire il distanziamento di ombrelloni e lettini e verrà eseguita la sanificazione degli spazi dopo l’utilizzo.

A preoccupare la Regione sono soprattutto i tanti chilometri di spiagge libere presenti, specie nei litorali del basso Lazio e la costa etrusca. In questi lunghi tratti di spiagge libere appare difficile contingentare gli accessi.

Alcuni Comuni costieri hanno fatto presente di disporre di meno di 10 vigili per controllare il rispetto del distanziamento lungo chilometri di sabbia.

Il regalo di Zingaretti agli stabilimenti

Una delle ipotesi allo studio sarebbe quella di istituire degli affidamenti temporanei di porzioni di spiaggia libera.

Già si vocifera di un regalo di Zingaretti agli stabilimenti privati: affidare gran parte delle spiagge libere ai concessionari che le potranno annettere ai propri stabilimenti.

In tal modo il controllo sul rispetto delle norme anti contagio spetterà a loro, e verrebbe garantito un maggiore filtro in accesso.

Le imprese del settore potrebbero così recuperare parte dei clienti perduti a causa delle misure di distanziamento sociale.

Una possibilità che però troverebbe tiepidi i balneari che sarebbero chiamati ad assumersi maggiori responsabilità. Tutte ipotesi, che dovranno ottenere il via libera dei tecnici sanitari.

La speranza di istituzioni e imprenditori è quella di poter avviare, pur in forma ridotta, la stagione estiva all’inizio di giugno. Una ventata di ossigeno, dopo 3 mesi in cui il settore turistico ha visto venir meno oltre il 90% degli introiti.

Spiagge libere sempre meno, mare sempre più caro

Ci sono sempre meno spiagge libere nel Lazio e in Italia. È questa la conclusione dell’ultimo rapporto di Legambiente sulle spiagge (2019). La porzione del litorale senza stabilimenti, bar e ristoranti va diminuendo in tutto il Paese

Colpevoli la cementificazione e l’assenza di norme che regolamentano il rapporto tra spiagge libere e concessioni demaniali.

Manca una disciplina non soltanto per gli impianti balneari ma anche per i circoli sportivi, bar e ristoranti.

Ad Alassio sono 95 gli stabilimenti balneari, che occupano oltre 6 km su 7 totali di litorale. 

“Che senso avrebbe la proprietà pubblica della spiaggia se si va a creare una distinzione tra chi avrà i soldi per permettersi una giornata sul lettino, e chi invece già provato dalla crisi e dai ritardi nei pagamenti del Governo non potrà neppure passare una giornata al mare?

Senza contare il profitto ingiusto fatto dagli stabilimenti che spesso, da decenni, si trovano a pagare irrisori canoni di locazione allo Stato”, denuncia il Movimento politico “Potere al Popolo”.

Redazione

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