Riceviamo e pubblichiamo la lettera che hanno scritto le insegnanti del Comune di Roma, che non lavorano da quando le scuole sono state chiuse a causa della pandemia da Covid-19, le quali sollecitano una risposta del Governo e delle istituzioni e denunciano la mancanza di sostegno per la loro situazione economica a professionale in questo momento in cui le scuole sono chiuse.
“Il 4 Marzo 2020 il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha dato la notizia della gravità della situazione nazionale, attuando misure restrittive per contenere questo nuovo pericoloso virus, il Covid-19; chiudendo pertanto diverse attività e sospendendo le attività didattiche per le scuole di ogni ordine e grado.
Poche settimane dopo, il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina emette diversi Decreti, tra cui il Salva Precari che garantisce il mantenimento del posto di lavoro per tutto il personale scolastico precario.
Noi educatrici precarie del Comune di Roma Capitale sono anni che lavoriamo con chiamata giornaliera, attendendo la telefonata dal municipio di appartenenza il giorno stesso in cui verrà stipulato il contratto; si prosegue così per mesi, e poi anni, senza aver garantito un reale contratto che comprenda un periodo più lungo.
Noi educatrici precarie abbiamo gli stessi impegni del personale assunto in ruolo, conosciamo i bambini e le famiglie come loro, facciamo parte del progetto educativo e garantiamo l’apertura degli asili nido nel mese di Luglio. Questo pur non avendo un contratto che ci tuteli in alcun modo.
Dal mese di Marzo 2020, a causa di questo virus, siamo tutte disoccupate e senza alcun diritto di richiedere sostentamenti economici.
Qui si percepisce la netta differenza tra i diritti del personale statale, rispetto al personale comunale, pur essendo entrambi di pubblico impiego; la differenza scaturisce dai tipi di contratti applicati, problema storico per il personale degli asili nido comunali.
Noi educatrici supplenti chiediamo venga riconosciuto il valore del nostro lavoro, la nostra disponibilità e la nostra perseveranza; data dal profondo amore verso i bambini e nel credere visceralmente nell’importanza dell’educazione come solida base di vita.
In un momento storico così incerto, chiediamo anche noi la giusta considerazione, con un sostegno economico da parte del Governo, che rappresenterebbe per la categoria un piccolo aiuto a delle voci finora poco ascoltate.
Ma che, siamo certe, finalmente avranno il meritato ascolto, per non essere sempre le solite voci fuori dal coro”.
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