Le operaie italiane che conquistano New York

Il trailer del documentario Women Workers’ War che ha ottenuto il premio al Workers Unite Film Festival

Quella della Tacconi Sud di Latina è una storia di donne italiane, quelle 29 donne-operaie che per 550 giorni hanno occupato lo stabilimento tessile, vuoto, dopo che i proprietari avevano deciso di chiuderlo senza alcun preavviso. Dopo 20 anni di lavoro in fabbrica.
È una storia di crisi del lavoro. Ma è anche una storia di coraggio.

Questo succedeva nel dicembre 2010, il mese che ha visto sfiorire la produzione tessile della Tacconi Sud di Latina, e fiorire la resistenza civile.
La protagonista della battaglia al femminile è Rosa Giancola, ex operaia dello stabilimento tessile, che prende in mano le redini della situazione e decide di guidare le sue colleghe in questa occupazione per rivendicare i loro diritti.
Rosa Giancola decide anche di tenere un diario di bordo, e lo consegna al social network per eccellenza, Facebook.
In questo modo, le donne-operaie riescono a centrare il bersaglio dell’attenzione pubblica, e quelle pagine diventano un diario pubblico sulla crisi che attanaglia questo Paese da molto tempo prima che le politiche dell’austerità approdassero sulle coste nazionali.

Rosa Giancola, oggi, è consigliera della Regione Lazio.

Questa storia, dopo aver sollecitato l’attenzione dell’opinione pubblica italiana, oggi approda a New York, ottenendo il Premio Miglior Documentario al Workers Unite Film Festival.
Il documentario è Women Workers’ War, la versione internazionale di Atlantis, titolo scelto per la versione italian.
Regia di Massimo Ferrari. Che, spiega, “è stata una gestazione molto lunga e intensa” quella di questo documentario.
“Forse, il successo del documentario a New York nasce dalla forza ideale contro qualcosa che sembra invece ineluttabile”, ha concluso il regista.

Alla realizzazione del documentario ha contribuito il Centro Studi Angelo Tomassini di Latina.

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