Libri, la novità: “La ragione era carnale” di Mariagloria Fontana

Quando ci innamoriamo attraverso il computer, ci innamoriamo di lui o di lei oppure di noi?

Lasciano il segno le parole di Mariagloria Fontana, mentre ci racconta lo spirito del suo romanzo e rivela le emozioni e i desideri della protagonista, Bianca. Stimolante, pungente, la sua lettura dei fatti è sempre diversa e imprevedibile. "La ragione era carnale" (Armando Curcio Editore), è il titolo del libro in uscita a febbraio.

L'amore e il desiderio attraverso il filtro di My Space, il primo social network, 10 anni fa. Il primo passo?

Myspace era un social ‘’musicale’’, precursore dei tempi, di grande successo fra i giovani, musicisti e non. Il 2007 è una data periodizzante che parte da Myspace un social che rappresentava i ventenni e i trentenni di allora, come oggi fa Facebook, mentre il defunto ex ministro Padoa Schioppa dava loro dei bamboccioni mantenuti da mamma e papà, senza mai che un politico si sia speso a comprendere le problematiche e le solitudini di questi giovani, agli albori della crisi economica che di lì a poco avrebbe investito tutto il mondo, una crisi paragonabile solo a quella del 1929. Nell’arco di questi dieci anni cambierà tutto. Velocissimamente. Si diffonderà  nelle case di tutti e nei luoghi pubblici la wi-fi, ognuno avrà il suo smartphone, il suo cellulare-computer portatile. I rapporti umani, interpersonali, sociali, non saranno mai più gli stessi. Mypace.com rappresenta l’ultimo baluardo di civiltà ‘’umana’’, l’ultimo legame con la corrispondenza che tenevamo attraverso le lettere. Poi attecchiranno Facebook e Twitter, e per la ‘’ricerca dell’anima gemella’’ si arriverà addirittura a cliccare le fotografie come in un supermercato virtuale, come si fa con Tinder.

I due protagonisti, Bianca e Tommaso si seducono attraverso messaggi, un po' come con gli sms di oggi, ma il loro confronto via web sembra per intensità quello delle lettere che si scambiavano due innamorati dell'Ottocento. 

È proprio così. Mi piace pensare che Honoré De Balzac e la contessa Eva Hanska invece di scambiarsi per anni una fitta corrispondenza, nel 2007 si sarebbero scritti lunghe email come Bianca e Tommaso.

Quanto dura un desiderio?

Il desiderio viene alimentato da una mancanza e quanto più è inappagato, tanto più diventa una sorta di ossessione cui tendere. Di questo processo il social network è padrone incontrastato.

Che rapporto ha con i social network. Come sceglie i suoi amici. Risponde a tutti quelli che le scrivono?

Ho un rapporto abbastanza ‘’sano’,’ non compulsivo né tantomeno ho incontrato l’amore della mia vita sul web. Come tutti quelli della mia età, figli solo per metà di internet, non sono una ‘’nativa digitale’’, lo sono diventata a metà del guado, utilizzo da quattro lustri il computer, specialmente per il mio lavoro e i contatti relativi a questo. I miei amici su facebook li ‘’accetto’’ in base al criterio di avere amici e conoscenti comuni e ambiti professionali affini, nel mio caso il giornalismo e l’editoria. Non mi scrivono privatamente molte persone, non sono così popolare, e per fortuna non ho mai avuto personaggi ambigui o stalker che mi hanno importunato. Una curiosità: credo di essere l’unica 39enne di oggi a non avere Whatsapp sul cellulare.

Le relazioni nate sui social network sono relazioni diverse?

Sì. C’è una fortissima componente di ‘’proiezione’’ da parte di chi scrive davanti a uno schermo anche quando interloquisce con un altro. Manca un elemento fondamentale: il corpo, c’è la totale assenza fisica. Mi spiego meglio. Quando incontriamo realmente qualcuno che ci attrae anche di primo acchito lo idealizziamo, gli proiettiamo le nostre aspettative, pur non essendone consapevoli. Quando siamo corrisposti e innamorati crediamo di sapere tutto del nostro amato. C’è quella frase di Marcel Proust, tratta da Un amore di Swann, che ho inserito come epigrafe in testa al mio romanzo, che rende  benissimo il concetto: "Fra tutti i presupposti che l’amore esige per nascere, ciò a cui tiene di più, e che gli fa chiudere un occhio sul resto, è la nostra convinzione che una persona partecipi a una vita sconosciuta nella quale il suo amore ci farebbe penetrare’".

Questo accade sempre quando ci innamoriamo. Quando ci "innamoriamo" attraverso il computer, ci innamoriamo di lui/lei oppure di noi e di come percepiamo quelle parole e le costruzioni che ne facciamo di quelle suggestioni nate dalle parole? Pensiamo per assurdo a quello che accade nel bellissimo film di Spike Jonze: ‘’Her’’. E non cambia quando incontriamo la persona realmente, perché la proiezione è già avvenuta ed è molto lungo il percorso che ci porta a smantellare il nostro ‘’ologramma’’, a vederla , almeno in parte, per quella che è, e non per quella che abbiamo percepito attraverso le parole. Quindi consiglio a tutti di uscire di casa e di innamorarsi del collega di lavoro o del barista sotto casa, meno complicazioni e più garanzie di amare la persona giusta e non un ologramma.

L'autrice                                                                                                                                                                                                                   

Mariagloria Fontana, giornalista, ha scritto per "Il Fatto Quotidiano" e "Il Futurista". Collabora dal 2010 con "Micromega" (Gruppo L’Espresso), dal 2014 al 2016 ha scritto per il settimanale "Visto" di cui è stata anche inviata al Festival di Sanremo; ha collaborato con il mensile "Ok salute e Benessere". Tiene un blog su "Huffington Post", collabora con ‘’Dove’’ la sezione viaggi del Corriere della Sera ed è autrice e conduttrice della trasmissione quotidiana ‘’Presto, si fa sera’’, in onda dalle 17 alle 20 su Radio Roma Capitale (Roma Fm 93 – www.radioromacapitale.it). Dirige la testata femminile online, da lei ideata, "Lecittadelledonne.it", dedicata alla memoria della scrittrice e regista Nora Ephron.

Lascia un commento