Cronaca

L’inganno delle scommesse: le criticano e intanto lo Stato le promuove con gli spot

Le criticano e intanto ci giocano, le promuovono con gli spot, ogni anno cresce il business e lo Stato incassa le imposte dal gioco legalizzato. Una legge del 2018 vieta le sponsorizzazioni del gioco d’azzardo nel mondo del calcio, ma c’è chi vorrebbe tornare indietro. Per questo non credo alla storia della ludopatia. Forse cercano un compromesso.

L’ipocrisia del gioco delle scommesse

Al momento in cui scrivo la giustizia sportiva ha condannato Fagioli, giovane centrocampista della Juventus, a 12 mesi di sospensione dalle attività sportive, dei quali 5 da scontare andando nelle scuole a spiegare cosa sia il gioco d’azzardo e dissuadere i ragazzi dal praticarlo. Probabilmente lo stesso patteggiamento farà Tonali, giocatore ex Milan e in forza al Newcastle e non sappiamo invece che succederà a Zaniolo, ex Roma ex Galatasaray e adesso in forza all’Aston Villa, sempre nella Premier inglese, perché pare che abbia scommesso solo al Black jack e non sul calcio.

Chi è tesserato nella Figc non può scommettere sul calcio

I regolamenti Figc prevedono che chi pratica sport a livello dilettantesco o professionistico non possa far uso del sistema delle scommesse. “L’ordinamento federale fa espresso divieto ai calciatori ed ai tesserati in genere di effettuare qualsiasi tipo di scommessa al fine di trarne profitto. Questo anche in una prospettiva di garanzia del regolare svolgimento delle gare e dei campionati”. Recita così, in sintesi, il Regolamento della Federazione Italiana Gioco Calcio, relativamente all’ambito “Scommesse – divieto di scommesse e obbligo di denuncia – art. 24 CGS”. Ed è proprio l’articolo 24 a normare questa specifica situazione, balzata agli onori delle cronache dopo i recenti casi che hanno coinvolto Zaniolo, Fagioli e Tonali. E che potrebbe riguardare anche diversi altri atleti e dirigenti del calcio italiano.

Secondo Fabrizio Corona, che ha stappato questo vaso di Pandora delle scommesse, ci sono altri nomi che verranno fuori, alcuni li ha già fatti, altri li fornirà col contagocce, strategicamente, per mantenere accesi i riflettori su di sé e continuare a incassare cachet d’oro dalla Rai per le sue rivelazioni. Intanto il giocatore El Sharawy della Roma, e Nicolò Casale, della Lazio, hanno querelato Fabrizio Corona e il programma Striscia la Notizia per diffamazione aggravata.  All’elenco degli sportivi scommettitori sembra sia stato aggiunto anche l’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri, che scommetteva sulla serie B italiana dal Casinò di Montecarlo. Anche lui è ludopatico?

La ludopatia sembra una scusa per non punire del tutto i giocatori

La notizia ha suscitato molto clamore e da un po’ di giorni non si parla d’altro. Molti tifosi e persone comuni hanno chiesto a gran voce punizioni esemplari per chi ha sbagliato. Sono persone che guadagnano miliardi e non si capisce perché dovrebbero passarla liscia se infrangono le regole federali. Altri hanno cominciato a parlare di ludopatia, una forma di dipendenza comportamentale, come una sorta di tossicodipendenza, dal mondo delle scommesse.  Un disturbo psicologico curabile che in molti casi procura danni economici tremendi a chi ne è afflitto, come quelli che perdono i soldi con le slot machine, le macchinette dei bar o con i siti on line.

Il mio parere, che conta niente, è che la ludopatia non c’entri proprio nulla. Non credo che si sia rovinato nessuno, tra i calciatori citati, per aver scommesso, anche ingenti somme. Con ciò non intendo avallare questo genere di passatempi. Per me non dovrebbero esistere affatto. L’obiezione è che se non ci fossero, ci sarebbero le bische e le scommesse illegali. Il risultato è che ci sono tutte e due, quelle legali e quelle illegali. Questa idea della ludopatia mi sembra uno strattagemma per salvare “capra e cavoli”.  I calciatori sono un investimento di parecchi milioni di euro per una società.

Bloccarli per un anno è un danno che le società di calcio digeriscono male, anche gli altri sponsor e tutto l’indotto del settore. Ma sempre meglio fermi un anno che radiati. Capite bene che se venisse fuori tutto quello che minaccia Corona, salterebbe mezzo calcio italiano. Meglio correre ai ripari inventandosi la ludopatia. Pare logico.

Eurobet.live: lo spot con Luca Toni per indurre a scommettere

Mentre scrivo sento alla radio la pubblicità di Eurobet.live fatta da Luca Toni. Si parla di passione per il calcio. Si parla di essere informati sulle partite di tutto il mondo. Di dati in tempo reale, per diventare un esperto di sport. Ma la passione non è per il gioco del calcio, né i dati statistici ti fanno diventare un esperto. Se si scommette è per sperare di vincere facilmente dei quattrini. Così da una parte si vogliono dissuadere i potenziali clienti a scommettere, dall’altro si fanno spot pubblicitari per indurli a scommettere. Quando ci sono di mezzo tanti soldi che girano, tutti dimostrano molta “sensibilità”.

Il gioco d’azzardo è stato propagandato a lungo sui mass media in tutto il mondo occidentale. Ne sono un esempio la Premier League, la Liga spagnola, la Bundesliga tedesca, la Ligue 1 francese e, perlomeno fino al 2018, anche la nostra Serie A. Nel nostro paese però non è più possibile legare il mondo dello sport in generale a quello delle scommesse. Questo grazie all’introduzione del Decreto Dignità, che tanto fece e continua a far discutere.

Si tratta di una legge voluta dal primo governo Conte a maggioranza Movimento Cinque Stelle e Lega. La legge in questione prevede il divieto assoluto di attuare delle pubblicità legate in qualsiasi maniera al gioco d’azzardo. La volontà del governo fu chiara e decisa. L’obiettivo era quello di ridurre il più possibile i casi di ludopatia, pur portando, in questo modo, un crollo economico rilevante nelle casse dei club.

Un giro d’affari che complessivamente supera i 21 miliardi tra legale e illegale

Un po’ tutto il mondo che ruota attorno al pallone, in questi anni, ha usufruito dei benefici che derivavano dalle scommesse. Molte di queste aziende erano sponsor di squadre di calcio. Secondo Corona quasi tutti giocatori, procuratori, dirigenti e operatori di questo e altri sport sono dediti al gioco d’azzardo. Lui addirittura fa il parallelo con la diffusione della cocaina. Non possiamo sapere se questo sia vero e ci sembra un po’ esagerata come stima ma chissà. Quel che è certo che c’è stata molta tolleranza verso le scommesse legali e illegali. E si capisce perché.

Il mondo del gioco d’azzardo ha un giro d’affari enorme e l’Italia è il paese europeo in cui si spende di più per scommettere. Secondo l’agenzia Agipronews, a fine 2022, il business del gioco online autorizzato è cresciuto in maniera costante e la spesa ha raggiunto i 3,8 miliardi di euro, transitando attraverso 90 concessionari dello Stato e contribuendo a portare nelle casse dell’erario circa un miliardo di euro. Accanto al gioco legale c’è però anche quello illegale, su siti on line non autorizzati.

Grazie alla particolare capacità di penetrazione, secondo fonti dell’industria regolata, il comparto on line occupa almeno il 75% del mercato nero con un giro d’affari stimato attorno ai 18,5 miliardi di euro. I vantaggi per chi gestisce giochi fuori dalle regole sono cospicui: quote più alte per le scommesse e vincite più alte per quanto riguarda i casino games, minori vincoli (dalla registrazione ai limiti delle puntate, dalle attività di gioco ai palinsesti consentiti) e, in generale, meno possibilità di controllo: ad esempio, i giocatori bannati per comportamenti irregolari sui siti .it, trovano strada libera verso i siti .com.

L’agenzia delle dogane e dei monopoli (Adm) ha inibito l’accesso dal suolo italiano a 9.685 siti illegali di gioco d’azzardo. Ben 9.421 siti sono stati oscurati in 9 mesi e ad altri siti offshore è stato interdetto l’accesso.

Il Ministro Abodi proponeva di togliere le limitazioni alle scommesse

Prima che scoppiasse lo scandalo scommesse il Ministro per lo Sport Andrea Abodi ha tentato di proporre un superamento del Decreto Dignità, sostenendo che il nostro Paese è l’unico in Europa ad avere quelle restrizioni che suonano ipocrite, perché se da un alto si pongono limiti sulle scommesse, dall’altro si promuovono: “Credo che l’obiettivo fondamentale debba essere quello di un sistematico contrasto al gioco illegale o irregolare che alimenta l’economia criminale. Ritengo sia ipocrita vietare il diritto alla scommessa e poi consentire una comunicazione parallela agli stessi siti che, promuovendo semplicemente un indirizzo web, portano comunque a scommettere”.

Gli estensori del Decreto Dignità del 2018 pensano che sia necessario porre dei limiti

In una nota dei parlamentari delle Commissioni Cultura di Camera e Senato del Movimento Cinque Stelle si legge circa “l’assoluta contrarietà ad ogni forma di reintroduzione degli spot sul gioco d’azzardo nel calcio e nello sport in generale. Noi pensiamo, al contrario di quando detto da Abodi che il nostro Paese rappresenti in questo momento un esempio da seguire per gli altri Stati europei. La lotta all’azzardopatia passa inevitabilmente da una riduzione dei messaggi pubblicitari, soprattutto quando sono presenti in eventi così seguiti dal grande pubblico come quelli calcistici e sportivi in generale. Diciamo no al ritorno dell’azzardo nel mondo del calcio e dello sport italiano”, concludono i 5 stelle.

In Gran Bretagna e negli Usa le società di gioco d’azzardo “hanno in mano” le squadre ma non per molto

Le società delle scommesse sono ormai diffuse nei vari campionati.  Molte squadre di calcio del Regno Unito, come Arsenal, Liverpool, Chelsea e Manchester United sono state sponsorizzate da società di gioco. Il gioco d’azzardo ha influenzato lo sport professionistico negli Stati Uniti fin dal 1980. Il modello più comune è la sponsorizzazione della maglia. Lo sponsor paga milioni di sterline o dollari per visualizzare il proprio logo sulla parte anteriore o posteriore della maglia di una squadra di calcio. Sono sponsorizzazioni comuni anche nel rugby, cricket e sport motoristici. Le società di gioco sponsorizzano direttamente anche singoli atleti ed eventi.

Ad esempio, la William Hill ha sponsorizzato tornei di biliardo e giocatori di freccette. Oppure la stessa Champions League nel calcio. Quando arrivano milioni a pioggia è difficile dire di no, specie se si è un piccolo club. Le sponsorizzazioni per alcune squadre possono significare restare in vita. In cambio del loro investimento, le società di gioco ricevono diritti pubblicitari esclusivi nello stadio e sui prodotti del club. In Europa il Gambling (scommesse) rappresenta l’11,55% di tutte le sponsorizzazioni.

Manca – da qualche tempo- solo sulle maglie della serie A e della Liga spagnola ma è diffuso nelle altre leghe calcio. In Francia il divieto riguarda solo le società di scommesse estere. Prima delle scommesse vengono i Viaggi (linee aeree, marchi legati al turismo e alle vacanze), con il 12,5%, dopo i Marchi Finanziari 9,4% e le Telecomunicazioni 8,3%.

Anche in Premier League, dove gli sponsor di questo settore si attestano sul 40% delle casacche, saranno presto vietati. Lo hanno stabilito pochi mesi fa e la Lega ha concesso tre anni per la transizione, fino alla stagione 2026-27. Un fatto storico, considerando che le agenzie di scommesse arrivarono a rappresentare il 50% degli sponsor delle squadre nella stagione 2016/2017 e in quella 2019/2020.  Sembrano passati i tempi in cui le società di scommesse gestivano il calcio in Europa, o almeno, così vogliamo sperare.

Ma le società illegali? Tutto quello che è illegale non lo vediamo ma c’è e condiziona la vita legale dei Paesi. Vedi mafie, massoneria e lobbies nascoste.

Quasi tutte le squadre della Premier inglese hanno a che fare con le società di scommesse

Le più importanti società di gioco che hanno sponsorizzato squadre di calcio sono la William Hill, Bet365, Ladbrokers, Paddy Power, Betfair e Bwin.

La William Hill è in attività dal 1934. Oggi impiegano oltre 16 persone. William Hill ha una lunga storia di sponsorizzazione di corse di cavalli e calcio. Tra le squadre di calcio più famose che hanno sponsorizzato ci sono Leeds United, Aston Villa, Newcastle United e Rangers FC. Nel 2000, William Hill ha pagato 210 milioni di sterline per diventare il partner di scommesse esclusivo della Premier League scozzese.

Bet365 è una società di gioco d’azzardo online fondata nel 2001 da Denise Coates. Impiega oltre 4000 persone e ha sede a Stoke-on-Trent, in Inghilterra. Bet365 è la più grande società di gioco d’azzardo on line al mondo. Offre una varietà di opzioni di scommessa, che vanno da giochi sportivi e da casinò a poker e bingo. Ha sponsorizzato diverse squadre di calcio tra cui Stoke City FC, Aston Villa FC e Middlesbrough FC. Attualmente quattro club della Premier League hanno accordi di sponsorizzazione con Bet365. Sono Leicester, Newcastle United, West Bromwich Albion e Wolves. Il Britannia Stadium dello Stoke City FC, dove la squadra gioca le partite casalinghe, è noto come Bet365 Stadium.

Ladbrokes è in attività dal 1886 e dà lavoro a circa 15 persone. Offre scommesse sportive, giochi da casinò, poker, bingo e prodotti della lotteria. La società ha sponsorizzato numerose squadre di calcio nel corso degli anni, tra cui Celtic FC, Fulham FC, Rangers FC e Hibernian FC.

Bwin ha aiutato il Real Madrid a investire e a vincere

Bwin offre scommesse sportive, giochi da casinò, poker e bingo. Ha sponsorizzato numerose squadre di calcio tra cui Bayern Monaco, Real Madrid, Juventus e Manchester United. Bwin è stato lo sponsor principale del Real Madrid dal 2007 al 2013. Ha certamente aiutato la squadra di Madrid a vincere due titoli della Liga, due Supercoppe spagnole e la Copa del Rey grazie ai suoi copiosi finanziamenti, quelli che consentono al Real di intervenire sul mercato per fare contratti con i migliori campioni o allenatori del momento.

Paddy Power è una società di gioco irlandese fondata nel 1988. L’azienda impiega oltre 7 persone e offre scommesse sportive, giochi da casinò, poker, bingo e prodotti della lotteria. Paddy Power ha sponsorizzato Aston Villa FC, Derby County FC, Fulham FC e Sunderland AFC.

Betfair è stata fondata nel 2000 da Andrew Black e Edward Wray. L’azienda impiega oltre 3000 persone e offre scommesse sportive, giochi da casinò, poker e bingo. Betfair ha sponsorizzato Fulham FC, Liverpool FC, Tottenham Hotspur FC e West Ham United FC.

Poi c’è Bwin fondata nel 1997. La società ha sede a Gibilterra e impiega oltre 2500 persone.

Quando sento o leggo di qualcuno che protesta perché si pagano centinaia di milioni i calciatori mentre non si trovano i soldi per le cose che contano nella società: ospedali, istruzione, salvaguardia del nostro patrimonio artistico e per difenderci dalle frane e dalle inondazioni, si dice una cosa giusta ma senza senso. Il nostro sistema si fonda sul raggiungimento del profitto. I calciatori vengono ben pagati perché servono a vincere e a far vendere biglietti, abbonamenti a guadagnare il triplo e anche di più di ciò che costano.

Vedete voi se le società di gioco d’azzardo vorranno mai sponsorizzare opere per evitare il dissesto del territorio o la costruzione di un nuovo ospedale! Purtroppo è il pubblico che alimenta queste compagnie. Sono gli scommettitori, la gente comune che è vittima e artefice di questa assurdità. Scommettendo e perdendo sistematicamente miliardi di euro nella speranza di diventare ricchi, si alimenta la propria miseria a vantaggio dei soliti noti.

E le squadre italiane che sponsor hanno?

Tra gli sponsor di viaggi ci sono la Msc (crociere) per il Napoli, la Moby (traghetti) per il Cagliari. Mentre importanti linee aeree arabe si promuovono con club spagnoli, inglesi e francesi. Produttori o distributori di auto hanno contratto accordi con squadre della stessa proprietà: la Jeep con Juventus e, in Germania, la cosa si ripete con il Wolfsburg e la Volkswagen. Tra i brand immobiliari c’è la Tecnocasa che sponsorizza una squadra spagnola la Getafe. Tra i bancari ci sono Civitus per la Salernitana, Meglio Banca per il Frosinone e Presti Pay per l’Udinese.

Sono scomparsi i marchi gastronomici in Italia, quello del Bologna, Saputo è un’azienda casearia del Canada che porta il nome della famiglia italo canadese che ha comprato il club felsineo. La Roma ha sottoscritto un contratto biennale di 25 milioni con il Festival Ryadh Season, ovvero la città concorrente per l’Expo del 2030. Gli Italiani sanno come farsi male da soli. Assurdo no?

La Fiorentina ha sulla maglietta il marchio Mediacom, una compagnia di telecomunicazioni, di proprietà del suo presidente Rocco Commisso, ha sede in America e, tra l’altro, in Italia non svolge nessuna attività. Mentre il Monza ha un accordo con il marchio Motorola. L’Empoli ha un contratto con Computer Gross per il settore tecnologia.

Facciamo finta che siano solo casualità e godiamoci le partite. O no?

Che si impara da tutta questa assurda vicenda? Che dove girano tanti milioni tutti ci mettono le mani, Stato compreso. Soprattutto la criminalità organizzata non può stare a guardare, specie in un Paese come il nostro, dove è la prima industria grazie al narcotraffico, alla finanza e al riciclo di denaro sporco. Possiamo essere ingenui e chiudere entrambi gli occhi e sognare che non è così. Che lo sport più bello del mondo è sano e integro.

Però ogni tanto scoppia uno scandalo, i bilanci sono truccati, le norme aggirate, spuntano fuori giocatori che si dopano, saltano i dirigenti, poi tutto si mette a tacere fino al prossimo scandalo. Facciamo finta che il calcio sia immune da giochi di potere e di scommesse, da trucchi e raggiri. Non chiediamoci più perché vincono sempre le stesse tre squadre e fingiamo di credere che non ci sia niente dietro, visto che dopo più di 30 anni, ha vinto anche il Napoli. Facciamo finta ancora per un po’.

Carlo Raspollini

Autore e regista televisivo, responsabile marketing, consulente gastronomo e dello spettacolo, viaggiatore.

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