Litigano Salvini e la Raggi, la Lega e il M5S: ma ci sono o ci fanno?

Abbiamo nostalgia del fioretto, l’arma più fine della scherma che permetteva il colpo solo di punta

Abbiamo nostalgia del fioretto, l'arma più fine della scherma che permetteva il colpo solo di punta. Era il modo in cui si sfidavano i politici di un tempo. Un tempo in cui molti di noi c'erano, meno di un secolo fa e che sarebbe poi finanche un secolo di fronte all'età dell'uomo? Ora è la sciabola l'unica arma conosciuta da chi ci rappresenta in politica. Uomini o donne non fa differenza, tutti i colpi sono permessi con sprezzo totale di ogni forma di rispetto, verso la persona e verso l'istituzione che si rappresenta. L'ultima saga è quella che vede contrapposti il vicepremier e Ministro dell'Interno Matteo Salvini, leader della Lega e il sindaco di Roma Virginia Raggi del M5S. Si è passati in maniera fulminea da battutine sul decoro urbano della Capitale alla dichiarata volontà da parte di Salvini di spodestare la Raggi per prendersi il trono capitolino. Ecco quello che ieri, durante la gara della Formula E all'Eur, si sono detti, a breve distanza, i due avversari:

Virginia Raggi, sindaco di Roma: "Invece di parlare di Roma si occupi della sicurezza. Visti i fatti di cronaca di questi giorni, mi sembra di poter dire che non manchi il da farsi. A ognuno il suo lavoro. Parla di tutto ogni giorno in tutte le Tv ma mi sembra che non passi mai ai fatti". E rispetto alla presenza del leader della Lega ieri all'Eur: "Sono contenta che abbia accettato l'invito: pensi allo spettacolo senza polemiche inutili. Su una cosa ha ragione: la Formula E è il futuro ma il ministro dimentica che l'abbiamo portata noi in Italia senza fare tante chiacchiere come lui e con molto lavoro. Si ricordi che il lavoro premia sempre. Oggi raccogliamo i primi frutti alla faccia di chi fa il tifo contro e spera che vada sempre tutto male per calcolo elettorale".

Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell'Interno: "Qua c'è il futuro, c'è il business, è una vetrina. Un giorno ogni tanto Roma è positivamente al centro dell'interesse del mondo. Spero che continui a esserlo tutti i giorni della settimana e non soltanto per i topi, la sporcizia, per le metropolitane ferme e per il caos nelle periferie. Io vengo a sostenere il futuro". E ancora: "Chiaro che Roma è la Capitale d'Italia, ma stiamo vivendo amministrazioni comunali da anni quantomeno inadeguate: questa, quella prima e quella prima ancora. Se i romani mi dicono "Salvini fai qualcosa", mi dispiace che poi qualcuno la prenda come un attacco personale: io sarei la persona più felice del mondo se a Roma funzionasse tutto, ma così non è e quindi chi la governa dovrebbe chiedersi perché. Non è colpa di Salvini e della Lega se i romani si lamentano. Se spero che si torni presto alle urne? Io spero che Roma sia sempre più bella, pulita, ordinata ed efficiente. Poi quando si andrà a votare non lo decido mica io – tra uno, due, tre o quattro anni – la Lega ci sarà". E, in cauda venenum (nella coda il veleno): "Se ho magnato tranquillo, come ha detto la Raggi? Molto tranquillo".

Ma ci sono o ci fanno? Vale la pena ricordarsi che stiamo parlando di alleati, almeno al Governo del Paese. Non è un piccolo particolare perché Roma è Capitale e sede del Governo nazionale. Tanto strano che qualcuno pensa che ci facciano a litigare. Che sia insomma un modo per tenere caldo l'elettorato da una parte e dall'altra; elettori che evidentemente non si riconoscono in un'alleanza che ha avvicinato mondi diversi per cultura, mentalità e pregiudizi. Il pregiudizio è sempre un errore ma se hai gli stessi pregiudizi magari sei convinto di no. Il problema nasce quando non ti riconosci su nulla, nemmeno nei pregiudizi.

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