Categorie: Opinioni

Lo stalking assassino che la legge non riesce a fermare

Nel 2010 Giordana De Stefano è una ragazza di 15 anni. Abita a Nicolosi, in provincia di Catania. Giordana è incinta. Col suo fidanzato ventenne, Luca Priolo, diventano genitori di una bambina. Lei lascia la scuola per occuparsi della figlia. La storia con Luca però non funziona. Si lasciano e si rimettono insieme. Un tira e molla continuo. Nel 2013 lei lo denuncia per stalking. Luca era entrato in casa sua da una finestra. Lei non nomina un avvocato. Ne' fa altre denunce contro di lui per violenza. Però chiede l'affidamento esclusivo della bambina. Martedì 6 ottobre 2015. Giordana esce con gli amici. Poi torna a casa. Luca la chiama. Vuole vederla subito. Il giorno dopo c'è la prima udienza del processo per stalking. Giordana non si fida e non va sola all'appuntamento. Si fa accompagnare da un parente. Giordana e Luca parlano. Lui le dice che è d'accordo a concederle l'affidamento esclusivo della bambina se in cambio lei ritira le accuse di stalking. Luca vuole diventare una guardia giurata. Ha bisogno della fedina penale pulita per ottenere il porto d'armi. Tutto sembra tranquillo. Il parente li lascia soli. Ma Giordana non torna a casa. La madre ne denuncia la scomparsa. Giordana viene ritrovata a pochi metri da casa. E' nella sua macchina, morta, uccisa a coltellate da Luca. Che si era munito di un coltello prima di uscire con lei. Che dopo averla ammazzata fugge fino a Milano con l'obiettivo di "riparare" in Svizzera. Ma alla stazione di Milano viene fermato dai carabinieri. In Italia da anni abbiamo una legge contro lo stalking che dovrebbe proteggere tutte le donne da ogni tipo di minaccia o addirittura violenza fatta contro di loro dai loro ex. Ho scritto dovrebbe perché di storie come quella di Giordana ne ascoltiamo tutti i giorni. Il ministro dell'interno Angelino Alfano proprio ieri ha detto che la legge sullo stalking funziona. Che i reati sono in calo. Sappiamo tutti che non è così. Lo sa anche l'avvocato Giulia Bongiorno che, da parlamentare, è stata una delle promotrici di questa legge: "La denuncia è fondamentale e va fatta. Però a questo dovrebbe seguire una risposta immediata da parte delle forze dell'ordine che non sempre c'è", ha detto a Repubblica. Giulia Bongiorno però va oltre. Dice: "Serve un cambiamento di mentalità. Anche da parte delle donne offese. Le donne devono comportarsi coerentemente. Non devono scavalcare la denuncia perdonando chi le ha maltrattate. Io non ho mai visto un uomo violento che smette di esserlo. Se una donna si ricongiunge con chi l'ha maltrattata poco si può fare per aiutarla. Perdonare un uomo violento significa accettare nuove violenze". C'è anche chi sostiene che questi uomini violenti siano non da condannare ma da rieducare con un apposito supporto psicologico. Io non lo so chi ha ragione. Cosa sia più giusto fare. Io posso dire questo. Sono stata anch'io vittima di stalking. Solo telefonico. Da parte di un mio ex che non accettava che io mi fossi stufata di stare con lui. Sono bastate poche ma dure parole dette a brutto muso e di persona per non ricevere più le sue "attenzioni". Io non mi sono comportata meglio di Giordana. Sono stata solo più fortunata.

Redazione

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