Ambiente

Lo Zimbawe approva la legge che vieta la caccia ai leoni

Le proteste internazionali seguite dopo la morte del leone Cecil, simbolo dello Zimbawe, non si sono ancora placate. Da tutto il mondo si continua ad invocare giustizia e una punizione severa per il dentista americano protagonista della tragica impresa di bracconaggio. La morte del leone aveva emozionato l’opinione pubblica finendo sulle prime pagine dei notiziari internazionali e si faceva trepidante l’attesa per la richiesta di estradizione che il Paese africano aveva inviato agli Stati Uniti. Poi, poche ore fa, giungeva la notizia che anche Jericho, il fratello di Cecil, fosse stato ucciso durante una nuova, tragica operazione fuorilegge compiuta dall’ennesimo gruppo di bracconieri che, nonostante i riflettori accesi dalla stampa internazionale sulla vicenda Cecil, non si sono fatti scrupolo alcuno nel proseguire la loro opera criminale. La notizia per fortuna sembra non vera, Jericho sarebbe vivo. Il segnale radio del predatore è stato registrato nella giornata di oggi. Le autorità del parco africano stanno verificandone la veridicità. Il leone ucciso potrebbe essere un altro. L’emergenza bracconaggio comunque prosegue.

Nel frattempo cominciano a venire fuori particolari drammatici sulla battuta di caccia organizzata per il noto dentista americano Walter James Palmer. Theo Bronkhorst, uno dei cacciatori che avevano guidato Palmer quel giorno, in una intervista rilasciata al Telegraph dichiara che il suo cliente aveva anche chiesto di poter uccidere un elefante con zanne da almeno 28 chili l’una. “Un animale enorme che, in quella occasione non eravamo stati in grado di rintracciare”. Poi è entrato nei particolari che hanno preceduto la morte di Cecil. “Quella sera, ha spiegato, avevamo trovato una carcassa di elefante ed abbiamo pensato di usarla come esca per il leone. Quando, finalmente, il grande predatore si è avvicinato è stata scagliata la freccia avvelenata”.

Il drappello di bracconieri che accompagnava Palmer si è dichiarato all’oscuro del fatto che il leone fosse protetto tanto che, dopo il suo ritrovamento, avvenuto diverse ore dopo, venne decapitato e scuoiato come solitamente accade in questi casi, per concludere con dei macabri trofei la giornata di caccia. Mentre la situazione, anche privata, del Palmer si fa sempre più difficile ed il Palmer continui a risultare irreperibile, lo Zimbawe rende noto che si è attivato per vietare la caccia a leoni, elefanti e altri grandi animali in pericolo di estinzione, anche al di fuori dalle aree protette del parco.

Theo Bronkhorst rischia fino a 15 anni di carcere.

Redazione

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