Loretta Rossi Stuart: “E’ questione di pelle”

Tutti avranno avuto esperienza della scossa che a volte si crea a seguito di un tocco improvviso con la pelle altrui, vero?

In quanti svariati modi usiamo il termine pelle! Titoli di film, come il bellissimo "Senza pelle" con Kim Rossi Stuart (il primo che mi viene in mente, strano!) o la tipica espressione "Mi ispira fiducia a pelle", o anche quella più passionale "Attrazione a fior di pelle". E qui mi sovviene un ricordo ed un esperienza al limite dell'ordinario che condivisi anni fa con un mio grande amore nel ritrovarci a scambiare carezze a coronamento di una particolare ed elevata unione e fusione di anime e corpi. Ci ritrovammo per l'appunto, a sfiorare leggermente la pelle del dorso delle nostre rispettive mani, una delicata danza del mio dorso contro il suo: continuavamo a giocare così, trasportati in modo fanciullesco e forse guidati da fili eterici che avevano annullato i nostri confini e limiti. Finché cominciammo ad avvertire un suono, una vibrazione acustica ad ogni nostro reciproco tocco.

Tutti avranno avuto esperienza della scossa che a volte si crea a seguito di un tocco improvviso con la pelle altrui, vero? A me succede spesso, ma il suono, l'onda acustica che creava quel contatto, mi lasciò sbalordita e ancora razionalmente non mi spiego questo fenomeno. So che non l'ho mai più sperimentata, so, o meglio, intuisco, che l'armonia divina che si era creata in quella coppia in quel momento, emetteva vibrazioni e una musica, la musica dell'amore. Molto amore ho provato anche oggi, al presidio dell'associazione "Mamme per la pelle", toccando le manine scure di una bimba che voleva giocare coi miei capelli biondi, e se qualche mese fa avevo scritto: "Sento sulla mia pelle bianca i graffi del razzismo", oggi sento la mia pelle pervasa di speranza e dolcezza.

Un assemblamento, quello del 6 aprile a Piazza Euclide, di coppie miste, mamme adottive, mamme naturali di figli neri come lo sono io, papà per la pelle, bimbi meravigliosi di tutti i colori, donne africane attiviste, professioniste italiane che donano il loro apporto legale, fantastici ragazzi neri che possono essere di esempio a tanti, bimbe adottate da grandi madri che a dieci anni ti spiazzano per la loro intelligenza: meravigliosa umanità, ecco cosa mi porto oggi sulla pelle. Una medicina per lo spirito, dopo l'abbrutimento scaturito dalle recenti vicende di aggressione alle famiglie rom di Torre Maura, e tanti altri tristi episodi.

Loretta Rossi Stuart con Gabriella Nobile e Angela Or di "Mamme per la pelle"

La mia visione piena di amore si concluderà però con un secco resoconto di una storia raccolta da una mamma italiana, che non sento il bisogno di commentare:

"Mi occupavo dei primi immigrati che arrivavano nella mia zona, una trentina di anni fa. All’inizio erano molti uomini e pochissime donne. Come volontaria cercavo di capire le loro necessità, istituimmo una servizio scolastico per insegnare la lingua italiana. Presto iniziarono ad arrivare le donne e da loro naquero i bambini. Conobbi una donna della mia stessa età, di ottima famiglia che trovò un posto come aiuto cuoca in un ristorante ma ebbe un incidente e partori a sette mesi dando alla luce una stupenda bimba. Ho assistito madre e figlia per un po’di tempo dopodiché la madre decise di andar via e con un atto dal consolato mi affidò la figlia per darle l’opportunità allo studioe non persi mai i contatti con lei. L’assistente sociale che mi seguiva disse che mia figlia avrebbe ricevuto in automatico la cittadinanza italiana all’eta di 18 anni. Non fu cosi. Ci vollero ben 4 anni di lotte in prefettura e di avvocati.

La mia bambina ormai giovane donna, decise di scrivere anche al Presidente della Repubblica: l'indicazione fu di contattare la prefettura di appartenza, un passaggio già fatto pagando anche dei bollettini pari credo intorno alle 200,00 euro, e ogni volta che si andava in prefettura ci fornivano una versione diversa. Un avvocato mi suggerì di fare l’adozione speciale: con l'approvazione della madre naturale fu riconosciuta in tribunale mia figlia legittima con il mio cognome. Fu la felicità assoluta, ma ben presto ci rendemmo conto che la lotta non era finita. Ci vollero altri due anni per avere il permesso di soggiorno (assurdo vero?) e altrettanto combattimento con il consolato del Ghana per ottenere perlomeno il passaporto. Ma di cittadinanza non se ne parla."

La ragazza protagonista di questa vicenda conosce la storia italiana meglio di tanti italiani. È stata sindaco baby per 5 anni, impegnata per la raccolta fondi per l’Africa con "Medici in prima linea" per 10 anni, parla 5 lingue, ed è tutt'ora senza cittadinanza italiana! No comment da parte mia, se non tanta stima per qureste due donne, mamma e figlia che saluto con un canto di denuncia e speranza:

 Fino a quando il colore della pelle sarà più importante del colore degli occhi ci sarà sempre la guerra.
(Bob Marley)

* Foto di copertina di Luigi Spoletini

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