Lotito: “In curva spaccio e prostituzione, il Daspo non basta”

Il presidente della Lazio fornisce la sua ricetta per sconfiggere il tifo violento: “Serve tolleranza zero”

La battaglia contro il tifo violento è uno dei suoi cavalli di battaglia, così Claudio Lotito, intervistato da "La Repubblica" torna a far sentire la propria voce dopo i fatti accaduto sabato sera fuori dall'Olimpico.

PARTITA DELLA LEGALITA' "Chiunque abbia un ruolo – spiega il patron della Lazio – deve contribuire al miglioramento del Paese, anziché mettere la testa sotto la sabbia. Io sono il padre di tutti: non solo degli scalmanati, ma anche delle tante persone perbene che subiscono in silenzio. Al mio fianco ho le autorità, tutti gli altri scoprono l’acqua calda, parlando di calcio e ricatti: io con le minacce e le intimidazioni convivo da sempre. E dicono che la colpa è mia, che non dialogo. Ma con chi dovrei dialogare? Non è la mia battaglia, questa. È la partita della legalità"

IN CURVA DROGA E PROSTITUZIONE "Nelle curve si è creata una zona franca – aggiunge Lotito – si deve sapere che c'è spaccio di droga, merchandising falso e prostituzionePer estirparle occorrono processi per direttissima e tolleranza zero. In un Paese civile, fermo restando il comportamento corretto della stragrande maggioranza delle tifoserie, non si può consentire una sorta di moratoria negli stadi dove sono stati catalogati come tifosi dei delinquenti che devono piuttosto essere sottoposti al codice penale". 

MESSAGGIO AD ALFANO "Il Daspo non basta, è una sanzione amministrativa che a certi soggetti non crea alcun problema. Quel che serve è la tolleranza zero".

Vuoi vedere che Lotito, nonostante tutto, da tutta questa vicenda è uno dei pochi che esce a testa alta?

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