Categorie: Ambiente

Lupi, cinghiali e uccelli, via dalla nostra terra

La vicenda del povero lupo ritrovato scuoiato e appeso per le zampe in Toscana nei giorni scorsi aveva indignato l'opinione pubblica che aveva reagito di fronte a tanta, gratuita, crudeltà chiedendo a gran voce l'intervento delle Autorità per assicurare i responsabili del terribile gesto, alla giustizia. Quel lupo, quel ritrovamento, era stato soltanto l'ultimo di una lunga serie di episodi analoghi registrati in diverse aree del Paese negli ultimi tempi, soprattutto da quando la vita stessa del lupo italiano era stata rimessa in discussione dal Governo grazie al controverso Piano di Conservazione del Lupo che prevedeva l'abbattimento di decine e decine di esemplari considerati in esubero.

La patata bollente, osteggiata da subito dagli ambientalisti e da buona parte dell'opinione pubblica, era stata passata alle Regioni che, con la Conferenza Stato Regioni, venivano chiamate a decidere qualcosa che, oggi, non ha trovato risposte definitive se non quella di riscaldare gli animi e le doppiette di chi, cacciatori, allevatori e agricoltori, continuavano a denunciare attacchi alle greggi, al bestiame, a reclamare giustizia per il raccolto perduto. Cinghiali, lupi e storni, i colpevoli erano stati individuati. Territori, dicevano, fino ad allora tranquilli che, improvvisamente, erano divenuti infruttuosi, saccheggiati dalla fauna selvatica, pericolosi per la vita stessa dei lavoratori, tanto da richiedere interventi urgenti alle Autorità competenti come l'ultima richiesta che arriva dalla Puglia, dove, la Coldiretti Bari indica come addirittura raddoppiato il numero di lupi e conghiali nel giro di dieci anni. Un numero, dicono, che sta mettendo a rischio le produzioni agroalimentari e l'assetto idrogeologico, oltre alla sicurezza di agricoltori e automobilisti. Impossibile andare avanti così!

Quasi che si trattasse del passaggio di un tornado, si omettono, però, un paio di cose. Non risultano, infatti, attacchi da parte del lupo nei confronti dell'uomo dai tempi di Cappuccetto Rosso. Si dimentica della massiccia introduzione di cinghiali, nel nostro Paese, avvenuta nei decenni scorsi per sollazzare i cacciatori della domenica. Si ignora che, dei famigerati cinghiali, il lupo è il predatore naturale. Si rinuncia poi, tranne in qualche caso, a mettere in sicurezza le coltivazioni con recinzioni elettriche a basso voltaggio, come avviene da anni in molti Paesi europei.
C'è poi la questione legata alle olive mangiate dai famelici storni. Effettivamente, in questo caso, la questione si fa più delicata. Combattere contro qualcosa che arriva dal cielo non è uno scherzo. Approfittare di qualche portaerei americana dislocata in Mediterraneo dal Presidente eletto, potrebbe essere una soluzione. Chiudere tutta la fauna selvatica allo zoo, un'altra.

Redazione

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