In questo momento di grande gioia per tutti noi, mi preme sottolineare l’importanza della Rete italiana delle grandi macchine a spalla, che unisce eventi diversi l’uno dall’altro, eppure con molti tratti in comune. La presenza di quattro identità differenti non è stata un limite nella realizzazione di questo progetto, ma si è rivelata una grande opportunità, perché anche in virtù di questo è arrivato il meritato riconoscimento dell’Unesco. Tutto ciò assume per noi un enorme valore simbolico: l’Italia delle differenze e delle particolarità, quando si organizza e si coordina, può raggiungere obiettivi esaltanti. L’evento della Macchina di Santa Rosa, nel corso della sua lunga storia, ha coniugato una molteplicità di aspetti rilevanti. A cominciare da quello religioso, rappresentato dal trasporto della statua e del Cuore di Santa Rosa. Ma va sottolineato anche il folclore dato dal clima di gioia che viene vissuto dalla città in occasione della Festa. Infine, mi preme rimarcare l’elemento della tradizione, incarnato dagli oltre cento facchini. Sono loro la parte viva del trasporto della Macchina e grazie alla loro forza, al loro impegno, al loro sacrificio vero, fatto di tanta fatica, ogni anno viene portato a compimento qualcosa di davvero grande e unico che ritengo sia giusto definire miracoloso.
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