I fatti risalgono al 17 marzo 2013, quando l'allora 31enne Vanessa Villani fu ridotta in fin di vita a Ferentino dal suo ragazzo, il 33enne Davide Bianchi. L'uomo la picchiò a suon di bastonate durante il giorno del trasloco della donna, che aveva manifestato al compagno, dal quale aveva avuto un bambino che all'epoca aveva tre anni, il proposito di troncare la loro relazione. Bianchi perse la testa e, in preda a alla furia incontrollata, sfondò a forza di bastonate il cranio della donna, colpendola mentre era a letto a dormire.
L'uomo la abbandonò in una pozza di sangue e fu la madre ad accorgersi il giorno successivo di quanto era accaduto. Le condizioni di Vanessa erano sembrate disperate: la donna fu tenuta per un mese in coma farmacologico al policlinico Umberto I di Roma, rimanendo in stato vegetativo. Poi, per fortuna, ha ripreso gradualmente conoscenze e ha raccontato la violenza subita dal compagno, peraltro già fortemente sospettato.
L'uomo fu arrestato circa tre mesi dopo l'aggressione per poi essere condannato in primo grado a nove anni di carcere. Oggi la Corte di Appello ha confermato la pena emessa in primo grado. In aula era presente anche Vanessa Villani, che ha così rivisto quello che credeva fosse l'uomo della sua vita, che invece ha tentato di toglierle con una ingiustificabile e brutale aggressione.
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