Migrazione di coscienze: i naufraghi in mare vanno salvati senza dubbi

L’Europa ci ha abbandonati, il Paese non ha più risorse… tutte metafore che rendono bene l’idea

Va bene il rispetto della Legge, va bene aiutare anche i terremotati Italiani che giacciono in casette di legno sotto la neve o in tende della Croce Rossa o in prefabbricati di alluminio o scatole di amianto da anni (comunque sia per colpa dell’incapacità dello Stato a tutelare i propri cittadini colpiti da eventi naturali e non e non per colpa degli immigrati), va bene sostenere le famiglie del sud o del nord senza lavoro, gli esodati, i padri che hanno un terzo dello stipendio che va a mantenimento quando un lavoro ce l’hanno e dormono in auto, va bene pure ri-organizzare la sicurezza dei nostri territori dove interi centri abitati o periferie sono state abbandonate ancora una volta dall’incuria e dall’assenteismo giustificato dello stesso Stato, va bene tutto …ma in uno Stato che latita, che spende male, quando non sperpera e sa fare la voce grossa solo coi deboli, che non vede al di là del proprio naso, che se la prende prima coi Francesi, poi con l’Europa e fa perenne propaganda elettorale presuntuosamente e falsamente millantando di darci garanzie e affidarci a presunte certezze, in questo nuovo mondo senza più equilibri, ma adesso no, non va bene prendersela coi bambini, e lasciamo pure stare le loro madri che li hanno messi al mondo perché magari violentate in qualche parte del mondo dove desideriamo fortemente rimandarle, sradicare i piccoletti col muso sporco di terra o ancora di latte – da quelle poche sicurezze che questa gente come la maestra elementare di Castelnuovo Flora Del Vivo aveva tentato di dare, questo no, non va più bene.

Poi tirate il fiato. Si sa, la coperta è troppo corta, la bottiglia è ormai stracolma, riempita oltre il possibile, l’Europa ci ha abbandonati, il Paese non ha più risorse… tutte metafore che rendono bene l’idea: la gente di tutti i giorni, accantonata lei stessa in una soffitta per anni dallo Stato, oggi è stufa di pagare un Euro agli immigrati che chiedono l’elemosina fuori le pizzerie di Roma o che spingono carrelli fuori ai supermercati di Milano per beneficienza. La gente ha paura degli immigrati che dormono fuori alle stazioni o che spacciano davanti alle nostre scuole e mettono in pericolo la nostra esistenza e quella dei nostri figli. Persino il Parroco della Chiesa di Sant’Eustachio a Roma è minacciato perché a detta di un vigliacco che gli recapita una minaccia “egli sfama poveracci sotto il tetto della casa di Dio”, secondo questo codardo non sarebbe compito della Chiesa aiutare i poveri in una chiesa del centro storico di Roma.

Ora guardiamo negli occhi quella madre che con un sorriso solare e una bimba in grembo di nome Benedetta ogni domenica ci chiede due soldi lungo una strada di Roma dove l’immondizia è accatastata come pile di panettoni invenduti e lo Stato fa vacanza e portiamola in aeroporto dove lo Stato fa bella mostra dei pregiudicati riconsegnati alla Giustizia: non per offrirle un viaggio premio per gli stenti che ha subito, ma per metterla su un aereo per la Nigeria e farla tornare a casa sua. Sentiremo di aver fatto finalmente il nostro dovere di cittadini onesti, avremo obbedito alla legge degli uomini forti, come quei soldati che rispondevano solo agli ordini e compivano ogni nefandezza in nome del dovere.

Oppure no, ribelliamoci educatamente; ognuno di noi provi a fare propaganda per il bene e si tiri su le maniche per aiutare chi ha bisogno davvero, tutti, senza differenza di colore, in tenda o per strada, fratelli o ribelli, un modo – anche piccolo e timido – c’è sempre e la nostra coscienza ce lo ricorda, a patto che la coscienza non sia stata anch’essa già rimandata a casa con uno di quei voli.

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