Musica. E’ morto Gino Santercole, autore di bellissime canzoni

Autore di celebri canzoni come “Una carezza in un pugno”. Il ricordo dell’amico Mimmo Politanò, come lui autore

Gino Santercole è scomparso la notte scorsa all'età di 77 anni a Roma, la notizia è stata confermata dalla famiglia. Probabilmente a causa di un infarto. Era nato  a Milano il 23 novembre 1940 è stato un cantautore, compositore, attore e chitarrista. Ha scritto le musiche di alcune canzoni entrate nella storia della musica italiana, come Una carezza in un pugno, Svalutation, Straordinariamente, Un bimbo sul leone e numerose altre. 

Di famiglia di origine pugliese, Santercole era figlio della sorella di Adriano Celentano, Rosa. Celentano, infatti, era suo zio  pur avendo solo due anni più di lui: come lo zio, è cresciuto anche lui in via Gluck, la strada che diventerà in seguito famosa per la omonima canzone di Celentano. Con lo zio Celentano, Don Backy, Pilade e Gianco era stato fondatore de «il Clan». Dopo un  litigio che aveva portato alla rottura di ogni rapporto con Celentano, con il quale per decenni non si erano più sentiti,  i due si erano riappacificati negli ultimi anni.

Il ricordo dell'amico Mimmo Politanò, come lui autore e interprete discografico.

La telefonata è di quelle che non vorresti ricevere mai. Il nome sul display di un amico caro. La mia risposta accogliente e la voce lontana che dice in modo serio: "Mimmo… è morto Gino". Non nego di aver avuto qualche minuto di sbandamento emotivo; per ripensare a tutti gli amici di nome Gino. Poi capito il mio disagio, l’amico al telefono ha aggiunto: Santercole. No! Non può essere. Gino è immortale. Gino è sinonimo di gioia di vivere. Non ci credo! Ma che cacchio dici! Non scherzare! Perciò non mi è venuto subito in mente lui. Lui non può essere. Inoltre lui è sportivo. Non ha un filo di grasso addosso. L’amico mi dice di fare una telefonare a casa. E’ un amico fidato. Di quelli seri. Insieme abbiamo passato delle serate straordinarie, cantando, mangiando, bevendo, ridendo come pazzi, in modo sempre sano. Perché le serate a casa di Gino e Melù erano molto divertenti. Show!

Telefono a casa di Melù: nessuna risposta. Scrivo a Simone figlio di Gino con cui sono amico anche su Facebook.

– Simone, dimmi che non è vero!

– Purtroppo sì!

– Mi sento male. Che è successo?

– Pare infarto. Stanotte. Ti tengo informato.

– Dio mio, Simone!

Cerco ancora notizie ad altri numeri. Adriano, non risponde. Mariolina neanche. Sono confuso. Mi batte forte il cuore. Posto una notizia senza il suo nome e alcune canzoni che ho scritto con lui: Rinascerò e Libero. Come scaramanzia. La musica serve anche a lenire il dolore. E io sto male. Devo prendere qualche medicina. Ho d’improvviso la pressione altissima. Non ci posso credere! Non ci voglio credere. "E ora, Melù, come farà?" ho pensato. "Vivevano in simbiosi perfetta". "No, vedrai che è un’altra delle notizie per giocare", ho concluso.

Purtroppo, no. Purtroppo è vero. E io sto davvero male. Anzi è da stanotte che sto male senza che vi fosse una ragione apparente. Nel programma di stamane, ho parlato di morte, di suicidi, di pulsioni distruttive, insomma. La tristezza nella mia voce era forte. E gli ascoltatori hanno intuito che qualcosa in me non andava come al solito. Ma io che diverto la gente ogni mattina, oggi, non riuscivo ad uscire da una sensazione di buio animico.

Gino e io siamo due sagittari. Due persone nitide e buone fino ad apparire infantili, a volte. Entrambi, abbiamo un percorso psicanalitico freudiano alle spalle, che ci è servito a legare di più, a capirci di più, a discutere, anche di più, e senza addolcire la pillola della vita.

Mi rendo conto che parlo al presente come se non fosse accaduto nulla. Spero che non sia accaduto niente. Ancora.

Gino è stato uno dei più grandi talenti della musica italiana ma purtroppo il destino lo ha relegato in secondo piano. Il primo era stato prescelto per suo zio Adriano Celentano. Amici, ve lo dico io: Gino non è mai stato la ruota di scorta di nessuno. Aveva una personalità meravigliosa ed era un artista autonomo, di gran valore individuale. Molti hanno detto per mezzo secolo che imitava suo zio. Ma non è stato così. La somiglianza era naturale, non programmata. La famiglia di Gino e Adriano, era la medesima. I cromosomi erano gli stessi. Le radici culturali avevano assorbito linfa vitale e musicale da un terreno comune: la grande famiglia meridionale.

Gino ha scritto pezzi di respiro internazionali che resteranno in eterno, al centro dell’arte musicale.

Non so se ho fatto bene o male a scrivere questo breve articolo. Penso che esso possa apparire come il gesto di un avvoltoio mediatico, ma poi mi rassereno, ricordando i momenti più belli che abbiamo vissuto e intuendo che a lui avrebbe fatto piacere che io scrivessi qualcosa su di lui, e non solo decine di testi di canzoni, tutt’ora attuali. Ho postato sul mio Facebook, ‘Libero’ e ‘Rinascerò’ e ‘Nessuno è solo’ perché penso che finalmente egli sia libero e stia rinascendo in un mondo nuovo; a noi inaccessibile (per ora) ma concreto, reale, pur se in un’altra dimensione. Gino non sarà mai solo. Ha l’amore dei suoi estimatori.

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* La foto di Gino Santercole è di Luca Vantusso

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