Categorie: Opinioni

Musica, Paul Mc Cartney va all’attacco delle sue canzoni

Mentre 13 aprile il 74 enne Sir Paul Mc Cartney, l'ex Beatle più prolifico dei Fab Four, si prepara a partire con un nuovo tour mondiale, ha dato mandato al suo studio di avvocati per avviare un'azione legale negli Stati Uniti al fine di riappropriarsi dei diritti delle canzoni dei Beatles, da decenni fuori dal controllo del suo storico gruppo.

I Beatles, giovani e ubriacati dal successo senza limiti di quel periodo, cedettero alla fine dei '60 il 50% dei diritti alla britannica Associated Television Corporation (ATV), che a sua volta – nel 1985 – li rivendette a Michael Jackson che se li aggiudicò ad un'asta da capogiro per 41,5 milioni di dollari, battendo proprio Sir Paul.

Ma ecco, pochi giorni fa, uscire allo scoperto Sony, la casa discografica di Michael Jackson, che vuole controllare l'intero pacchetto delle canzoni degli ex scarafaggi, e sottoscrive un accordo con gli amministratori dei beni del cantante per comprare il 50% della Sony/Atv Music Publishing (ecco che torna la vecchia ATV) che controlla i diritti di oltre 3 milioni di canzoni, compreso il catalogo della Motown e i brani dei Beatles. Un affare da 750 milioni di dollari che vede il colosso mondiale assestare un colpo magistrale alla discografia anche in prospettive future, con l'accaparramento dei cataloghi più importanti della storia della musica pop. Ma Sir Paul non ci sta.

Forse addolorato per la morte del suo straordinario producer e mentore George Martin, o forse ancora amareggiato per aver perso l'asta nel 1985 contro Jackson, ecco che Sir Paul parte all'attacco, avvalendosi di una legge americana del 1976, il “copyright act”, che consente agli autori dopo 56 anni dalla prima pubblicazione, di richiedere i diritti esclusivi sulle loro opere.

Il catalogo sarà disponibile quindi tra due anni, nel 2018, e forse, almeno negli Usa, Paul Mc Cartney potrà finalmente tornare in possesso dei diritti dei suoi brani e di quelli degli altri Beatles, cosa che mi sembra buona e giusta, considerando lo straordinario sfruttamento e arricchimento dei discografici in tutti questi anni col lavoro e la creatività di questi grandi artisti. Forza Paul!

Redazione

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