Cronaca

Nel rione Monti, a pochi passi da Santa Maria Maggiore, c’è un gioiello sconosciuto: la Basilica di Santa Prassede

Nel rione Monti, a pochi passi dalla magnifica e imponente Basilica di Santa Maria Maggiore, vi è un gioiello che non tutti conoscono: la Basilica di Santa Prassede, costruita nell’822 da Papa Pasquale I.

Basilica di Santa Prassede

Basta lasciarsi alle spalle Santa Maria Maggiore, imboccare la piccola via di Santa Prassede, percorrerne una manciata di metri e fermarsi davanti a un portone di legno incastonato in un muro arancione che fa a pugni col candore dei palazzi circostanti.

È l’ingresso laterale di Santa Prassede, la basilica dedicata a Prassede, sorella di Pudenziana e figlia di un senatore romano che si dice sia stato il primo cristiano convertito da San Paolo. Entrate e lasciatevi andare all’emozione improvvisa che vi assalirà, al gusto dell’inaspettato, al tocco delicato di un atmosfera antica e stantia che vi riporterà improvvisamente indietro di secoli.

E vi donerà il senso perduto della contemplazione, della devozione, di quella profonda fede che i primi cristiani usavano come arma contro l’annientamento e come alimento della certezza in una vita eterna dopo la morte.

Ovunque il vostro sguardo si posi, dal meraviglioso pavimento cosmatesco ai mosaici paleocristiani realizzati sotto Pasquale I, come quelli del coro e quelli della cappella di San Zenone dedicata alla madre del sovrano pontefice, Teodora, troverà tesori dai quali sarà difficile staccarsi.

E dopo aver vagato tra tanta bellezza, entrate nella cappella di San Zenone, autentico tesoro della basilica, un oratorio aperto lungo la navata destra completamente ricoperto di mosaici che vi faranno immergere in un’atmosfera orientale.

In effetti si tratta di uno degli esempi più importanti di arte bizantina a Roma. Santa Prassede è uno di quei tanti luoghi di Roma, dove non è necessario conoscere per capire. Qui, bisogna solo camminare tra le sue navate, “sentire” il respiro del tempo, il suo odore, la sua carezza, ascoltare i sussurri delle immagini che quasi vi chiamano da dietro una colonna o sopra l’altare perché possiate aprire il vostro animo all’inimmaginabile capacità dell’uomo di tradurre in materia sublime la profondità del proprio sentimento. Lasciate lo studio dei particolari per quando uscirete. Fisserà il ricordo che porterete con voi, per sempre.

Luca Laurenti

Romano, è Biologo Patologo Clinico. Scrittore, vincitore di numerosi premi letterari nazionali e internazionali di narrativa, è da molti anni impegnato nella denuncia del degrado di Roma.

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