La Guardia di Finanza della provincia di Roma ha concluso ieri, 16 agosto, un’operazione volta a smascherare una frode fiscale internazionale a opera di una società di articoli elettromedicali.
L’azione, avviata dalla compagnia di Nettuno nel 2020, ha portato all’arresto di 9 persone, indagate per i reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione, occultamento e di distruzione di scritture contabili e bancarotta fraudolenta.
I sospetti sono nati quando tale società ha improvvisamente incrementato i propri affari e le proprie entrate, dopo essere stata inattiva per diversi anni. La finanza ha mostrato come l’attività sia riuscita a guadagnare la somma di 15 milioni di euro, nonostante non avesse una sede effettiva, ma solo grazie alla pubblicità del loro sito internet che li promuoveva come un’azienda con grande esperienza nel settore, potendo così non seguire alcun obbligo fiscale.
La Guardia di Finanza di Nettuno ha inoltre scoperto che erano altri soggetti a utilizzare la società per costruire un complesso sistema di frode.
Questo prevedeva sulla carta che si simulasse la vendita di articoli medicinali di una nota multinazionale americana, del tutto estranea ai fatti, ad alcuni soggetti economici, i quali la vendevano a una società lituana. Ma non è finita qui, infatti, la società lituana a sua volta cedeva gli articoli a una società inglese che poi li rispediva in Italia dove ricominciava di nuovo il giro.
Tale sistema permetteva di detrarre l’iva e i costi di articoli inesistenti. In caso si controlli vi era una documentazione fotografica delle merci, che poteva essere presentata. Le foto rappresentavano tutta la merce nelle confezioni su cui venivano applicate poi le etichette che riproducevano il logo della multinazionale americana e il codice a barre degli articoli, il tutto ricreato grazie a appositi programmi informatici e inseguito stampato presso tipografie romane.
I 9 indagati, alcuni dei quali con precedenti penali, per non essere rintracciati durante il periodo delle indagini della Finanza hanno scambiato la società nettunese con un’altra analoga con sede a Napoli. Per loro oltre la misura cautelare è stato eseguito il sequestro preventivo di tutti i beni mobili e immobili, delle quote societarie e dei conti bancari, per un valore di oltre 3 milioni di euro.
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