Not in my name sotto la pioggia in piazza Santi Apostoli

La pioggia battente su Roma nel pomeriggio di sabato, non ha fermato le centinaia di persone radunate in Piazza Santi Apostoli

La pioggia battente su Roma nel pomeriggio di sabato non ha fermato le centinaia di persone che si sono radunate in Piazza Santi Apostoli per la manifestazione indetta dalle comunitá musulmane in Italia. Una piazza sicuramente non stracolma, ma con un unico scopo, quello di lanciare un chiaro messaggio a chi vuole associare l’Islam, religione di pace, al Terrorismo simbolo di morte. 'Not in my name': non nel mio nome, é stato il nome scelto per questo grido di pace, un appello per condannare il terrorismo e chi utilizza la religione Islamica per uccidere in nome di Allah. Vari cartelloni tenuti tra le mani da bellissime ragazze con il velo hanno dato colore a questo grigio pomeriggio d’autunno. Per circa due ore si sono susseguiti interventi sul palco. Tantissime le comunitá islamiche presenti, tante le bandiere della pace ma anche di varie associazioni come la FIOM. Quelle che piú colpiscono sono le bandiere della Comunitá di Sant’Egidio. Il presidente Marco Impagliazzo é intervenuto sul palco ed ha invitato tutti a dissociare con forza le religioni dal terrorismo, ricordando che "nessuna guerra è santa, solo la pace è santa. Bisogna rifiutare la violenza in tutte le sue forme. Lo dobbiamo – afferma – ai nostri figli, che tutti, cristiani e musulmani, vogliamo educare alla pace, ad un avvenire di comprensione reciproca e di crescita. Vivere insieme non è un pericolo, come alcuni vogliono far credere, ma una grande occasione da non sprecare per dare speranza alle nuove generazioni". Sul palco é intervenuto anche il segretario generale del Centro islamico italiano, Abdellah Redouane che ha dichiarato 'Oggi, da questa piazza, parte un messaggio chiaro e netto: il terrorismo non può continuare a colpire ovunque in nome di Allah. Da Roma vogliamo esprimere il senso di lutto che abbraccia tutto il mondo dopo le stragi di Parigi e del Mali'. L'imam Yaia Pallavicini, vicepresidente del Coreii (Comunità religiose islamiche italiane), ha spiegato: 'Siamo qui per segnalare in modo chiaro e inequivocabile la nostra preoccupazione, accanto al popolo italiano, per ciò che sta avvenendo e ribadire che tutto ciò che sta avvenendo non ha senso. La comunità islamica italiana è inorridita e preoccupata'. Alla manifestazione non c’erano solo musulmani ma anche tanta gente cristiana come la sottoscritta, che crede che mai come in questo momento non bisogna cedere alla paura o all’islamofobia. La convivenza civile tra varie religioni deve essere la nostra societá del futuro. La manifestazione pacifica di sabato, alla quale hanno partecipato non solo musulmani, é l’esempio che la paura si puó vincere, ma solo se siamo uniti. Tra i tanti inviti dal palco arriva anche un monito ai mass media, stampa e televisione, che hanno un compito difficile ma anche fondamentale in questo momento invitandoli a non alimentare odio e paure con falsi allarmismi. Ma temiamo sia giá tardi.

*Foto di Adriano Di Benedetto

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