"L'assoluta trasparenza, lo spirito di squadra e lasciare le opere per il futuro, la cosiddetta legacy, sono tutte e tre cose complicate ma restano l'obiettivo primario, perché la nostra missione è questa. E' una corsa molto lunga e siamo proprio all'inizio", con la "tappa più importante nella votazione del settembre 2017", quando il Comitato olimpico internazionale sceglierà la sede che ospiterà i Giochi. Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, a margine dell'audizione in Settima commissione al Senato sulla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024. Secondo Malagò ci sono "cinque nuove opere da costruire" (palazzo dello sport, velodromo, Villaggio olimpico, bacino per canoa e canottaggio oltre al centro stampa). Qualcuna può essere temporanea, e nel frattempo Roma e l'Italia devono dimostrare di essere pronte".
Ha spiegato infatti Malagò: "Si tratta di due condizioni obbligatorie: senza le cinque opere non ci si può candidare e senza un Paese e una città che supportino, la candidatura non si può fare". Riguardo alle altre candidature che potrebbero farsi avanti, oltre a quelle di Boston, Amburgo, Parigi e Budapest, Malagò non ha timori. "No, non temo altre città. Penso ci sarà la candidatura di Baku, perché onestamente ha organizzato dei bellissimi Giochi europei e ha un'impiantistica di livello".
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