Dopo lo scandalo del pomodoro italiano Made in China, a finire sotto inchiesta è un altro ingrediente essenziale della cucina italiana, l’olio extravergine di oliva.
Sì perché è notizia di queste ore l’apertura di un fascicolo che vede iscritti nel registro degli indagati una decina di legali rappresentanti di alcune tra le più note marche pregiate del settore.
I fatti. La denuncia, che indicava come alcuni marchi commercializzassero olio di oliva spacciandolo per extra vergine, era venuta fuori da una segnalazione di una rivista di consumatori inviata presso la Procura torinese. Le analisi a campione successive, eseguite nei laboratori designati delle dogane e dei monopoli di sette marchi noti, avevano dato risultati che avevano confermato i dubbi. L’olio esaminato non era di qualità extra vergine seppure fosse venduto come tale.
Così l’iscrizione, a firma del PM Raffaele Guariniello, nel registro degli indagati di cui sopra che dovranno rispondere del reato di frode.
Tra i marchi indagati figurano nomi di ditte eccellenti come Bertolli, Coricelli, Santa Sabina, Carapelli, Sasso e Antica Badia. L’ufficio che si occupa dell’inchiesta ha provveduto ad informare il Ministero delle Politiche Agricole.
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