Categorie: Cronaca

Omicidio Pamela, Avv. Verni: “Oseghale non poteva fare tutto da solo”

L’avvocato Marco Valerio Verni, nipote di Pamela Mastropietro e legale rappresentante della famiglia della ragazza uccisa a Macerata (abitava a Roma in via Saluzzo, zona Ponte Lungo) è intervenuto ai microfoni di Legge o Giustizia condotto da Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus. “Stamattina ci sono state le operazioni di accertamento su una scatola di guanti rinvenuta all’interno dell’appartamento di Innocent Oseghale” ha raccontato Verni che ha poi sottolineato come “purtroppo si stia continuando a dar credito alle dichiarazioni di una persona che non solo ha cambiato versione diverse volte ma che non ha un pedigree che lo renda affidabile”.

Verni non sta cerando solo la verità ma sta cercando anche di difendere la memoria della nipote: “Dire che Pamela, per il semplice fatto che si trovasse in una comunità, sia morta per overdose è fuorviante. Lei si trovava ai giardini Diaz per prendere un pullman per tornare a Roma. Lì vicino c’è la stazione. Che quella zona poi sia un punto di spaccio di droga a cielo aperto non è colpa della ragazza.  

Poi, cosa sia accaduto lì è oggetto di indagini. Non credo si faccia giustizia dando per scontato alcuni automatismi”. Alla fine del mese scorso una perizia dei RIS avrebbe scagionato gli altri due indagati perché il loro DNA non è stato trovato dentro l’abitazione. “Intanto la perizia è da depositare nella sua completezza e va vista all’interno di un quadro di indagine più ampio. Il fatto che scientificamente non siano state rinvenute delle tracce attribuibili agli altri due indagati non vuol dire che questi poi non fossero presenti nell’appartamento.

Chi ha compiuto questo delitto ha dimostrato di essere una persona, o delle persone non sprovvedute. Dissezionare un colpo in quel modo, lavarlo e lavare poi anche gli ambienti in una maniera certosina denotano sangue freddo e precisione. Se non ci sono queste tracce non si può automaticamente escludere la presenza di altre persone. Innocent Oseghale non era da solo perché una simile operazione non può essere svolta da una singola persona.

Noi continuiamo a chiederci come mai lei si sia allontanata dalla comunità dove era ricoverata per un disturbo grave della personalità in conseguenza del quale utilizzava stupefacenti. Qualcuno ha stupidamente pensato che Pamela, vista la sua situazione, se la sia quasi andata a cercare e quindi che se la sia meritata quella fine”.

Leggi anche:

Macerata. Diramati i primi test sul corpo di Pamela Mastropietro

 

Redazione

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