Omicidio Vetralla. Il drammatico racconto dello zio del piccolo Matias, ucciso dalla furia omicida del padre

“Si è recato nell’appartamento, cagiondando la morte di Matias, per vendicarsi di Mariola”

omicidio a Cura di Vetralla

Omicidio a Cura di Vetralla (foto di repertorio)

Era il 16 novembre scorso quando a Cura di Vetralla (frazione di Vetralla) si consumò un terribile delitto, un dramma che ha scosso la comunità del piccolo centro abitato nel Viterbese. Furono la madre e lo zio a trovare il corpo senza vita di Matias, un bambino di 10 anni, rimasto ucciso dalla furia omicida, vendicatrice dell’uomo che lo ha generato, un 45enne di origine polacca, che non si rassegnava all’idea che l’unione con la moglie fosse giunta al termine. Per il piccolo sono stati inutili i soccorsi.

omicidio a Cura di Vetralla
Omicidio a Cura di Vetralla (Foto di repertorio)

Matias è stato colpito da tre coltellate inferte sulla bocca dello stomaco, sul collo e sul viso, forse in un momento successivo rispetto all’apposizione del nastro adesivo che ha causato un’asfissia mortale. L’omicidio sarebbe avvenuto dopo un diverbio con la donna che, però, non era presente nel momento della tragedia. L’uomo, prima del delitto, era stato ricoverato per Covid in un ospedale romano.

“Il padre del bambino di 10 anni accoltellato a morte nel suo appartamento di via Luzi, a Cura di Vetralla, è stato trovato privo di conoscenza in un’altra stanza. Da diverse settimane il presunto omicida aveva il divieto di avvicinarsi all’appartamento in cui mamma e figlio vivevano”. Lo ha detto all’AdnKronos il colonnello Andrea Antonazzo, comandante provinciale dei carabinieri di Viterbo. 

Il processo per l’omicidio del piccolo Matias si sta svolgendo presso il Tribunale di Viterbo. Stamane, 23 maggio 2022, ha avuto luogo davanti la Corte di Assise una nuova udienza nella quale è comparso come teste lo zio di Matias, che insieme con la madre scoprì il corpo esanime del piccolo nell’appartamento di Vetralla. L’imputato del processo, il 45enne accusato di omicidio volontario, fu trovato in uno stato d’incoscienza lo stesso giorno in una stanza diversa dello stesso appartamento.

“Sentii Mirko (l’imputato) uno o due giorni prima del delitto. Mi disse che sarebbe tornato dall’ospedale romano il 17 novembre”, ha affermato lo zio di Matias durante la sua audizione. Ma l’imputato stava mentendo: sarebbe tornato il giorno prima, quello dell’omicidio, su di un treno arrivato a Vetralla alle 11:30 circa. Sul vagone dimenticò o lasciò il suo telefonino, ritrovato in seguito da una passeggera.

“Sono andato a prendere Matias a scuola – racconta ancora lo zio – e gli chiesi se volesse fermarsi a pranzo da me. Mi disse che sarebbe tornato a casa perché la mamma gli aveva lasciato da mangiare una minestra e  perché il pomeriggio avrebbe dovuto fare i compiti. Così, dopo pranzo, decisi di chiamarlo per sentire se andasse tutto bene. Il telefono, che aveva sempre con sé, squillava a vuoto. Mi vestii e andai di corsa a casa sua. Ho aperto il portone e ho salito le scale. Suonavo, non rispondeva nessuno.

Sono andato nella soffitta e ho trovato Mirko. “Dov’è Matias!?“, gli dissi più volte, ma non rispondeva. Allora chiamai la madre per farmi portare le chiavi del portone di casa. Quando entrammo continuammo a cercare il piccolo. A casa c’era un forte odore di gas. E lì trovammo il cadavere”.

La salma di Matias si trovava nel cassettone del letto, nella camera matrimoniale dell’appartamento. Uno scotch color marrone tipo quello usato per sigillare gli scatoloni gli copriva il volto. Nella gola aveva un coltello da cucina.

Nella mansarda, dove si trovava il padre, sono state trovate tre bottiglie di vodka, un accendino, una bottiglia di alcol etilico e nel sottotetto c’era una tanica semivuota dello stesso odore di liquido accelerante con cui sembra fosse stata cosparsa la casa.

Perché Mirko prima di dirigersi nella casa dello stradone Luzi andò in un supermercato dove acquistò alcolici. Mariola, la compagna, aveva raccontato a una amica che il 45enne aveva minacciato di darle fuoco. Per lui, due mesi prima del delitto, scattò un provvedimento di allontamento dalla casa familiare e un divieto di avvicinamento alla donna offesa. “Si è recato nell’appartamento, cagiondando la morte di Matias, per vendicarsi di Mariola”, è quello che sostiene l’accusa.

Alle 12.34 del 16 novembre 2021, Mirko si dirige verso lo stradone Luzi, dove c’è l’appartamento in cui avviene il barbaro omicidio e dove il bambino era rientrato dalla scuola. Quando Matias ha aperto il portone di casa, probabilmente il suo assassino era già lì ad attenderlo.