Sequestrato l'impianto di compostaggio Kyklos ad Aprilia. Si tratta delle prime conseguenze successive alla tragica morte degli operai Roberto Papini e Fabio Lisei, entrambi di San Lorenzo Nuovo, in provincia di Viterbo. Il provvedimento è stato eseguito ieri su mandato del pm Luigia Spinelli, non appena si è appreso dei primi risultati dei prelievi svolti dall'Arpa. In particolare, nel rapporto è stato evidenziato che durante i prelievi di percolato, la sostanza che si è rivelata fatale per gli operai deceduti, hanno avvertito un odore pungente, "tipico dell’idrogeno solforato (acido solfidrico) e dei suoi composti (solfuri)".
Questa osservazione spiegherebbe la tragedia avvenuta. Il percolato, infatti, non è un rifiuto tossico, trattandosi di una sostanza di tipo liquido che si origina dal contatto dell'acqua con i rifiuti. L'acido solfidrico, invece, è "caratterizzato da una spiccata tossicità a elevate concentrazioni – evidenzia l'Arpa nella sua relazione – in quantità superiore alle 1000 parti per milione provoca collasso immediato con soffocamento anche dopo un singolo respiro". Pertanto, l'ipotesi che sta prendendo corpo in queste ore, presa in considerazione anche dalla Procura di Latina, è che nel percolato ci fosse una concentrazione elevata di questa sostanza tossica, della quale qualcuno dovrà rendere conto, dal momento che le esalazioni hanno stroncato la vita di due persone.
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