Orso preso al laccio dai bracconieri a Campoli Appennino

Salvato dal personale del PNALM

Un esemplare di Orso Marsicano è stato salvato da morte certa dal personale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise la scorsa notte nel territorio di Campoli Appennino. L’intervento, che è stato operato a favore di una splendida femmina appartenente alle specie di orso più rara del Pianeta, è stato risolutorio. Una volta catturato, infatti, l’esemplare mostrava gravi ed evidenti ferite. Da mesi, vagava con ancora il cavo d’acciaio al collo. Curato e rimesso in sesto, è stato rilasciato.

Tutto era iniziato da una segnalazione risalente allo scorso novembre e fatta pervenire al personale del Parco. La segnalazione denunciava la presenza di un orso con un laccio al collo che vagava nel territorio. L’esemplare, successivamente, era stato addirittura filmato dall’Associazione Salviamo l’Orso. Così, subito, erano partiti i tentativi di avvistamento che, però, non riuscirono a dare gli esiti sperati. La vita di quell’esemplare era in serio pericolo.

Le attività di monitoraggio, riprese in primavera anche attraverso l’uso di video trappole, avevano poi,  finalmente fatto centro. Alla fine di agosto, infatti, durante le attività di conta delle femmine con i piccoli, i Carabinieri Forestali del reparto di Picinisco, avevano individuato l’animale così da permettere di circoscrivere le attività di ricerca.

Allestiti diversi siti di cattura, lo scorso 23 settembre, si è avuta la certezza che uno di questi, era frequentato dall’orso ferito. La squadra di cattura del Parco, composta da veterinario tecnici del reparto Scientifico e dalle Guardie di Sorveglianza, era stata immediatamente attivata. Così, dopo 6 giorni consecutivi, finalmente, la scorsa notte è stato catturato.

L’orsa, 10 anni di età per circa 80 kg di peso,  presentava una corda di acciaio che le cingeva il collo. Ampie, profonde, le ferite provocate dal cappio che i malviventi avevano preparato nella speranza di catturare un animale di grosse dimensioni. Le cure, immediate, e la cura del personale specializzato del Parco, hanno permesso, soltanto dopo poche ore dalla cattura, di rilasciare l’esemplare che, sfuggito ai bracconieri, sarebbe morto senza il provvidenziale intervento di chi, gli orsi e la Natura, li protegge.

Il dramma del bracconaggio è vecchio come l’istituzione del Parco stesso. Un Parco, questo, che quest’anno ha festeggiato i 95 anni di storia e che ha visto, nei mesi scorsi, l’UNESCO riconoscere le sue Faggete Vetuste, Patrimonio Mondiale dell’Umanità.  L’Orso Bruno Marsicano, conta circa 60 esemplari. Un numero talmente basso da rendere la specie molto più che a rischio. Una semplice epidemia bovina, ad esempio, potrebbe significare la sua fine. Così come l’alta velocità di autoveicoli e motocicli che si registra giornalmente lungo le strade dell’intero territorio protetto, mettere a repentaglio la vita di animali e conducenti.

“Questo episodio, ha dichiarato il Presidente del PNALM Antonio Carrara, è di una gravità inaudita. La pratica di apporre lacci per bracconare animali di grossa taglia, è purtroppo ancora molto frequente. L’animale che ne rimanesse intrappolato, ha sottolineato, morirebbe soffocato, per gravissime mutilazioni o per le estese ferite riportate. Così, ha concluso Carrara, se da una parte, l’episodio dell’orsa e il suo salvataggio ci rende orgogliosi e ci spinge a lavorare con tenacia ancora maggiore per la tutela di questa specie gravemente minacciata proprio da cause direttamente o indirettamente legate all’uomo, dall’altra rende nuovamente urgente la necessità di denunciare azioni più incisive atte a prevenire e reprimere la pratica del bracconaggio che mette a rischio la sopravvivenza degli orsi”.

Il Servizio di Sorveglianza ha inviato la notizia di reato alla Procura di Cassino.

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