Scienze

Osservatorio astronomico di Campo Catino a Guarcino (Fr), scoperto pianeta “gemello” della Terra

L’Osservatorio astronomico di Campo Catino, è un osservatorio astronomico amatoriale italiano situato nell’omonima frazione del comune di Guarcino, in provincia di Frosinone, a 80 chilometri da Roma. La struttura scientifica diretta da Mario Di Sora, ha fornito un prezioso contributo alla scoperta dell’esopianeta della stella TOI 700. Si tratta di una scoperta straordinaria, perché l’esopianeta si trova a 100 anni luce di distanza, ovvero nella cosiddetta “zona abitabile”.

Per la sua particolare morfologia viene definito il pianeta “Gemello della Terra“. L’osservatorio si conferma una grande eccellenza del territorio ciociaro.

L’osservatorio di Campo Catino è nato nel 1983 con il contributo di Regione e Provincia ed è il più importante del Lazio. Ha già messo la firma sulla scoperta di una dozzina di esopianeti e una quarantina di asteroidi tra cui quelli intitolati alla Ciociaria, al Lazio e a Nino Manfredi.

Grande circa il 95% della Terra il pianeta appena scoperto – grazie a un lungo programma di osservazioni fatto con il telescopio spaziale della Nasa e una rete di telescopi più piccoli distribuiti in varie regioni del pianeta come quello di 60 centimetri che si trova all’Osservatorio El Sauce in Cile e gestito da remoto dagli italiani dell’Osservatorio di Campo Catino – si aggiunge alla decina di pianeti simili alla Terra scoperti in questi anni.

Ma la particolarità di TOI 700e è che è il secondo sosia della Terra scoperto attorno alla stessa stella, una nana bianca lontana appena 100 anni luce. Ciò rende il sistema planetario attorno alla stella TOI 700 particolarmente interessante per ulteriori osservazioni: si tratta di uno dei pochissimi sistemi con almeno due pianeti simili alla Terra, potenzialmente adatti alla vita, e allo stesso tempo relativamente vicini a noi.

La scoperta è stata annunciata in occasione dell’incontro dell’American Astronomical Society a Seattle dalla responsabile dello studio, Emily Gilbert del Jet Propulsion Laboratory della Nasa, ed è stata possibile anche grazie al lavoro degli italiani Giovanni Isopi, Franco Mallia e Aldo Zapparata che hanno in particolare verificato l’assenza di falsi positivi nei dati.

Il nuovo pianeta sarà in futuro oggetto di più dettagliate osservazioni con il telescopio spaziale James Webb per determinarne la composizione e verificare l’eventuale presenza di atmosfera.

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